Disegnato dall’architetto Hermann Tilke, il circuito cittadino di Baku che debutta in F1 e dove va in scena il GP d’Europa, costituisce il 2° tracciato più lungo del Campionato. La pista si sviluppa intorno alle vie più pittoresche di Baku. Dal rettilineo di arrivo, lungo 1,5 km, la pista si sviluppa in senso antiorario, sfiorando le mura della Città Vecchia, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La parte più impegnativa del tracciato è quella che parte delle curve 7 e 8, sezione in cui la larghezza si riduce a 7,6 metri. Sopra le strade acciottolate è stato steso il nuovo asfalto.
Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il circuito di Baku rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. La pista dell’Azerbaigian si è meritata un indice di difficoltà di 7, identico al valore ottenuto dagli altri circuiti cittadini di Monaco e Montreal.
L’impegno dei freni durante il GP
Dopo le prime 4 curve a 90°, il tracciato si fa più tortuoso e presenta un totale di 12 frenate per giro, per un ricorso ai freni del 21 % sulla durata complessiva della gara. Fatta eccezione per Monaco, la decelerazione media è la più bassa di tutte le gare disputate quest’anno:
3,3g. L’energia dissipata in frenata da ogni vettura durante l’intero GP è di 139 kWh, vale a dire l’energia elettrica consumata durante l’intera gara da circa 290 abitanti dell’Azerbaigian. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale di 58 tonnellate, cioè poco meno del doppio del peso del satellite AzerSat-1, costato 120 milioni di dollari e lanciato in orbita nel 2013.
Le frenate più impegnative
Delle 12 frenate del circuito di Baku nessuna è classificata dai tecnici Brembo come impegnativa per i freni, 9 sono di media difficoltà e 3 sono light. La prima frenata dopo la partenza e la terza, entrambe secche a sinistra, si contendono la palma di frenate più toste: nella prima le monoposto passano da 341 km/h a 115 km/h in soli 1,2 secondi con una decelerazione di 4,3 g. Il carico sul pedale del freno è di 128 kg
(equivalente al peso di 2 piloti), contro i 126 kg della terza curva in cui la decelerazione è da 328 km/h a 98 km/h in 126 metri. Tosta anche l’ultima curva perché in soli 86 metri, equivalenti a 9 tappeti di gara per la lotta greco-romana, le monoposto perdono oltre 120 km/h. Le 3 curve più agevoli sono invece tutte racchiuse nel tratto centrale della pista, quelle che sfiorano la Città Vecchia: lo spazio di frenata varia da 15 metri (curva 6) a 35 metri (curva 11).
Redazione MotoriNoLimits