E così una domenica inizia con un pugno nello stomaco: Fabrizio Pirovano se ne è andato. Lui, immagine della Superbike fin dall’esordio della Serie, nel 1988, subito vincente con la sua Yamaha e nella Hall of Fame del Campionato. E poi campione della Supersport con la Suzuki nel 1998. Ma nel cuore, da sempre, il motocross, sua grande passione. L’avevamo incontrato l’ultima volta a Monza, per l’inaugurazione del Museo, a giugno dello scorso anno. In piena battaglia contro la malattia, ma con la solita carica, il sorriso, gli occhi color del cielo in una giornata tersa di primavera. 56 anni, compiuti il 1° febbraio. L’amore per la sua famiglia, i suoi tre figli.
L’amore per le corse e per l’Autodromo, dove praticamente è nato, lui che è di Biassono. E infatti quel giorno lo disse: le sue vittorie preferite erano tutte quelle di Monza, specie quelle del 1990 e 92. L’Autodromo che aveva nel cuore, cui aveva messo subito a disposizione, con entusiasmo, la sua Yamaha SBK del 1992 per l’inaugurazione, pronto a dare tutte le altre e i suoi ricordi nel caso in cui li avessero voluti perché gli appassionati li vedessero. Non aggiungiamo qui un dietro le quinte, perché non è il momento né il luogo, ma chi sa, se ha una coscienza, ci penserà…
Come ha scritto la figlia Michela sulla pagina Facebook del Fan Club, “Il nostro papà ha smesso di soffrire, ricordatelo tutti come il Re di Monza, il numero 1 in tutto!”. Ci mancheranno quel sorriso e quegli occhi azzurri che trasmettevano carica ed emanavano velocità, forza, amore per la vita, spontaneità. Ciao Piro… Re di Monza per sempre.
Barbara Premoli