Negli ultimi anni il mercato dell’auto ha accelerato verso l’elettrificazione: aumentano i veicoli a batteria sulle strade, cambiano le tecnologie a bordo e, di conseguenza, cambiano anche i rischi e le responsabilità quando avviene un sinistro. Parlare di incidenti con veicoli elettrici non significa alimentare allarmismi, ma capire con precisione quali sono le differenze operative rispetto a un’auto termica e come queste differenze impattano su soccorso, riparazione, costi e contenziosi, soprattutto in caso di incidente mortale.
Rischi specifici delle batterie e dinamiche post-urto
Il cuore di un veicolo elettrico è il pacco batteria ad alta tensione, composto da celle, moduli, sistemi di raffreddamento e un Battery Management System (BMS) che controlla temperatura, tensioni e sicurezza. In un urto importante, il rischio principale non è “l’esplosione” in senso cinematografico, ma il danneggiamento interno delle celle con possibile innesco di thermal runaway: una reazione a catena che genera calore e gas, potenzialmente fino a incendio. La criticità, qui, è la tempistica: il thermal runaway può manifestarsi subito oppure a distanza di ore, anche quando l’auto sembra stabilizzata. Per questo, molte procedure prevedono monitoraggi prolungati e aree di sosta sicure post-sinistro. Un’altra differenza è la presenza dell’alta tensione. I moderni EV integrano sistemi di disconnessione automatica in caso di urto, fusibili pirotecnici e interruttori di sicurezza, ma non si può dare per scontato che ogni componente sia rimasto integro. La deformazione del telaio, l’infiltrazione d’acqua e la rottura di cablaggi possono creare condizioni pericolose per chi interviene, e queste condizioni diventano particolarmente delicate quando l’urgenza è massima, come in caso di incidente mortale con estricazione complessa.
Procedure di soccorso: tempi, isolamenti e gestione del rischio
Sul fronte del primo intervento, la regola pratica è che un EV incidentato va trattato come potenzialmente “energizzato” finché non si verificano le condizioni di sicurezza. I soccorritori consultano le schede di soccorso del costruttore, individuano punti di taglio sicuri, disattivano il veicolo secondo protocollo e delimitano l’area. Le operazioni di estricazione possono richiedere attenzioni aggiuntive perché le batterie spesso occupano il pianale: certe zone non si tagliano e non si perforano, e alcuni rinforzi strutturali sono diversi rispetto alle auto tradizionali. In caso d’incendio, l’approccio è spesso “raffreddamento prolungato” e controllo termico, perché l’obiettivo non è solo spegnere la fiamma visibile ma stabilizzare le celle e prevenire la riaccensione. Anche la fase successiva conta: trasporto e deposito del veicolo devono evitare spazi chiusi o vicinanza ad altri mezzi senza adeguate distanze, proprio per la possibilità di eventi ritardati. Questi aspetti hanno impatto diretto sui tempi di ripristino della viabilità e sulla gestione del mezzo sequestrato o affidato al custode giudiziario, tema che diventa centrale in caso di incidente con accertamenti tecnici.
Riparazione: competenze, diagnostica e responsabilità dell’officina
Riparare un veicolo elettrico non è semplicemente “come una termica ma con un motore diverso”. Servono competenze certificate, strumenti isolati, procedure di messa in sicurezza e diagnostica specifica. Dopo un urto, l’officina deve valutare non solo la carrozzeria ma l’integrità del pacco batteria, dei connettori HV, dei sistemi di raffreddamento e delle centraline. In molti casi, se il costruttore prevede determinati limiti di deformazione o segnali diagnostici, la batteria può essere dichiarata non riparabile e richiedere sostituzione, con costi elevati. La responsabilità tecnica è un punto chiave: un intervento non conforme può creare rischi di sicurezza successivi e aprire contenziosi. Se un’auto riparata manifesta un guasto grave settimane dopo, la domanda diventa se il danno era preesistente, se la diagnostica era corretta, se sono state rispettate le procedure del produttore e se i ricambi sono originali o equivalenti. In contesti complessi la filiera delle responsabilità (riparatore, perito, costruttore, proprietario) viene esaminata con un livello di dettaglio molto più alto.
Valutazioni assicurative: danno totale, perizia e deprezzamento
Le assicurazioni stanno aggiornando criteri e prassi perché alcuni componenti degli EV incidono fortemente sul valore. Il pacco batteria può rappresentare una quota significativa del costo del veicolo e, se ritenuto compromesso, può spingere rapidamente verso il danno totale economico anche quando i danni di carrozzeria appaiono limitati. La perizia deve considerare diagnosi ufficiali, log del veicolo (quando accessibili), cronologia dei codici errore e condizioni di sicurezza per lo stoccaggio. Anche il deprezzamento post-riparazione può essere diverso: un EV riparato dopo un impatto sul sottoscocca può avere una percezione di rischio maggiore sul mercato dell’usato. Cresce inoltre l’attenzione su cause e concause: dinamica dell’urto, eventuali modifiche non autorizzate, manutenzione e utilizzo di ricariche non conformi. In sede liquidativa e, a maggior ragione, in caso di incidente mortale, la chiarezza della documentazione tecnica e della catena di custodia del veicolo diventa decisiva.
Evoluzione del settore e implicazioni legali: dalla tecnologia alla prova in giudizio
L’evoluzione dell’automotive elettrico sposta il baricentro verso software, sensori e gestione energetica. Questo porta nuove questioni legali: accesso ai dati del veicolo, interpretazione dei log, interoperabilità degli strumenti diagnostici e diritto di riparazione. Nei procedimenti civili e penali, la prova tecnica può dipendere da dati digitali e da perizie specialistiche. La corretta conservazione del veicolo, l’evitare manomissioni e l’uso di consulenti competenti diventano elementi determinanti, soprattutto in caso di incidente, dove la ricostruzione causale e la verifica di eventuali difetti o negligenze hanno conseguenze enormi. In sintesi, gli incidenti con veicoli elettrici non sono “più frequenti per definizione”, ma sono diversi: cambiano i rischi post-urto, cambiano i protocolli di soccorso, cambiano le competenze richieste per riparare e cambiano i criteri economici e probatori con cui assicurazioni e tribunali valutano i fatti. Chi guida, chi soccorre, chi ripara e chi perizia deve aggiornarsi: è lì che si gioca la sicurezza reale e la tenuta legale delle decisioni.

















