Kimi Antonelli dice che il suo rapporto con George Russell è cambiato da quando è arrivato in F1 e insiste sul fatto che non è in questo sport “per eguagliarlo”, ma per batterlo. In un’intervista a Blick, il 19enne rookie della Mercedes ha ammesso che la sua prima stagione è stata un “ottovolante”, soprattutto dopo un calo a metà anno che lo ha portato a segnare solo 3 punti in nove gare europee. “Fino a Montreal mi davo un 8 o 8,5. Poi sono sceso a 5. Mi aspettavo cose che non sono accadute. Non mi sentivo a mio agio nell’abitacolo. Mi sono messo sotto pressione e ho commesso errori che normalmente non commettevo.”
Antonelli ha detto che suo padre, assieme al team boss Toto Wolff, gli ha detto parole dure, che lo hanno fatto uscire da quella situazione: “Entrambi mi hanno dato un bel calcio dopo Monza. Quei rimproveri verbali mi hanno fatto male, ma avevo bisogno di rimettermi in sesto. Non sarei mai uscito da quel pasticcio da solo.”
Sulla sua dinamica con il compagno di squadra Russell, Antonelli ha detto che le cose si evolvono man mano che acquisisce sicurezza. “Sì, abbiamo un buon rapporto, è molto professionale. Ma non voglio solo raggiungere il suo livello. No. Voglio essere migliore di lui. Sono in Formula 1 per essere il più veloce, non solo il più veloce della squadra”.
E a Las Vegas sarà totalmente concentrato anche perché, come ha detto sorridendo a La Gazzetta dello Sport, a differenza degli altri piloti non potrà godersi i divertimenti della città che non dorme mai, a causa dell’età: “Non posso fare praticamente nulla perché non ho 21 anni, quindi punto tutto sulla pista!”. Russell è avvisato…



















