Secondo Carlos Sainz la recente ondata di penalità molto discutili ha raggiunto un punto “critico”, rivelando che la GPDA incontrerà la FIA in Qatar il prossimo fine settimana per affrontare la questione. Arrivando a Las Vegas, lo spagnolo, uno dei direttori della GPDA, ha affermato che la penalità di 10 secondi inflitta a Oscar Piastri in Brasile sarà un argomento chiave. “Per me, il fatto che Oscar abbia ricevuto una penalità in Brasile è inaccettabile”, ha detto ai media spagnoli. “Chiunque segua le corse sa che non è stata colpa di Oscar. Chiunque sia mai stato in una macchina da corsa sa che non avrebbe potuto fare nulla per evitare l’incidente, e ha comunque ricevuto una penalità di 10 secondi.”
Sainz ha detto che la confusione si estende ben oltre Interlagos: “Non ho capito la mia penalità a Zandvoort, né quella di Bearman a Monza, né quella che ho ricevuto ad Austin. Non è stato solo uno: quest’anno ci sono stati diversi incidenti che sono ben lontani da ciò che questo sport dovrebbe essere.”
Il pilota della Williams sostiene che le attuali linee guida vengono applicate in modo troppo rigido: “Così come sono scritte le regole, c’è sempre qualcuno che sarà giudicato colpevole, anche quando si tratta chiaramente di un incidente di gara”, ha detto. “C’è qualcosa che non funziona.”
Sainz ha anche evidenziato il trattamento riservato dai commissari al bloccaggio delle ruote. “Ogni volta che si verifica un bloccaggio, i commissari lo interpretano come se il pilota non abbia il controllo, e non è così. Si possono bloccare le ruote e comunque fare la curva. Oscar ha reagito a una manovra e ha bloccato, ho fatto lo stesso ad Austin. Questo deve essere rivisto.”
Una potenziale soluzione sarebbe un gruppo permanente di commissari. Sainz ripete questo suggerimento in questa occasione: “Se avessimo tre commissari permanenti, con decisioni coerenti ed esperienza condivisa, ci capiremmo meglio. Con bravi commissari che conoscono bene le corse, non avremmo bisogno di linee guida così rigide. C’è una riunione in Qatar per risolvere la questione. Dopo quello che è successo in Brasile, è chiaro che qualcosa non funzioni”.

















