Di recente Zak Brown ha detto di sentirsi come Ron Dennis, cosa che ci ha fatti sobbalzare, perché di Dennis non ha niente, soprattutto classe ed eleganza. La prova? Eccola. Le conseguenze dell’uscita di Christian Horner dalla Red Bull continuano a dividere il paddock della F1 e ad alimentare le speculazioni sulla sua prossima mossa. Il CEO McLaren ha suscitato scalpore prima della pausa di agosto, dichiarando pubblicamente che la F1 sta meglio senza l’ex capo della Red Bull.
L’olandese Allard Kalff ha dichiarato a Viaplay di non aver apprezzato la scelta di parole del CEO McLaren: “È steso a terra e la gente continua a calpestarlo“. L’ex ingegnere della Bridgestone Kees van de Grint ha concordato: “Non ho capito questa affermazione“. Van de Grint ritiene che la soddisfazione di Brown sia personale e strategica: “Credo, tra l’altro, che i nuovi regolamenti – il nuovo Patto della Concordia – proibiranno di essere proprietari di due team“, ha detto, sottolineando la precedente influenza di Horner sia sulla Red Bull Racing che sulla Racing Bulls. “Ha fatto bene il suo lavoro, in modo intelligente. Ad altri può non piacere, ma non è una scusa per dire ‘Stiamo meglio senza di lui’. Devi fare il tuo lavoro, guardare la tua squadra, questo è tutto“.
Horner, 51 anni, era stato precedentemente accostato a Ferrari e Cadillac, entrambe ora fuori dai giochi, ma si vocifera che sia in trattative per un ruolo in Alpine al fianco di Flavio Briatore, con il possibile coinvolgimento di Bernie Ecclestone. Un simile accordo potrebbe dare a Horner la comproprietà di una squadra, un’ambizione di lunga data che, secondo gli addetti ai lavori, è stata uno dei fattori che hanno spinto la Red Bull a licenziarlo.
L’ex pilota della Red Bull, Robert Doornbos, ha dichiarato al podcast Pit Talk che l’antipatia di Brown per Horner non è un segreto. “Non è mai stato un buon amico di Christian Horner, siamo onesti. E non credo che nemmeno Toto Wolff lo sia“. Wolff, tuttavia, ha almeno elogiato il record di Horner, descrivendolo come uno degli ultimi “dinosauri” tra i team boss, un ritorno a figure come Flavio Briatore ed Eddie Jordan. Doornbos concorda: “Serve anche carattere. Conosco Christian personalmente e penso che sia un bravo ragazzo. Quando hai un paddock pieno di Laurent Mekies, che sono brave persone, ma non come Flavio, Eddie Jordan e ora probabilmente Christian Horner, questo fa la differenza in questo sport. È anche importante avere dei team principal veramente dominanti.”
Doornbos crede anche che Horner tornerà: “Una volta che questo sport ti entra nelle vene, non puoi più dirgli addio. E non vedo Christian assumere un ruolo politico nella FIA – non credo che sia nel suo DNA. È più un pilota. Ama passare le domeniche a un Gran Premio“.



















