La gara che ti tiene sveglio nonostante l’orario. Questo è stato il GP d’Australia che ha dato il via al campionato 2025, con Lando Norris che, partito dalla pole, ha vinto dopo 57 giri con partenza bagnata, pioggia a fasi alterne, incidenti, safety car e di nuovo pioggia sul finale che ha rimescolato le carte e fatto saltare le coronarie.
Con tutti i piloti partiti sulle intermedie, Norris ha controllato senza problemi nelle prime fasi seguito dal compagno di squadra Oscar Piastri e dalla Red Bull di Max Verstappen, prima che le condizioni della pista migliorassero permettendo di passare alle slick. Poco dopo però altro scroscio di pioggia, che ha fatto finire fuori pista entrambe le McLaren, con tutti i piloti rientrati ai box per rimontare le intermedie. E il momento della scelta del pitstop è stato cruciale per ridefinire le posizioni.
Norris è riuscito a controllare la sua monoposto tornando ai box, mentre Piastri è finito in testacoda alla penultima curva perdendo un sacco di tempo per uscire dall’erba e tornare in pista, permettendo a Verstappen di prendere il comando. Con le condizioni in peggioramento e l’olandese ancora sulle slick, quando è entrato in pitlane Norris ha ripreso la testa della gara. Dopo un ultimo periodo di safety car a causa delle uscite della Sauber di Gabriel Bortoleto e della Red Bull di Liam Lawson, Norris ha dovuto resistere all’attacco di Verstappen, arrivato a distanza di DRS. Ma niente da fare per il campione, con Norris che ha tagliato il traguardo davanti, con George Russell terzo sulla Mercedes.
Quarta la Williams di un perfetto Alex Albon, seguito da un perfetto rookie Kimi Antonelli, a punti alla prima gara. L’italiano aveva passato Albon nelle fasi finali, ma è stato penalizzato per unsafe release, scivolando in quita posizione, davanti all’Aston Martin di Lance Stroll, alla Sauber di Nico Hulkenberg, alla Ferrari di Charles Leclerc e alla McLaren di Piastri, a punti dopo il recupero da fondo gruppo e che proprio sul finale ha passato Lewis Hamilton, a cui è andato l’ultimo punto. Ultimi classificati di questo GP che definire movimentato è niente, l’Alpine di Pierre Gasly, la Racing Bulls di Yuki Tsunoda e le Haas di Esteban Ocon e Ollie Bearman, 13° e 14°. Lawson e Bortoleto sono stati gli ultimi ad aggiungersi alla lunga serie di ritiri, a quello di Fernando Alonso, di Carlos Sainz, Jack Doohan e di Isack Hadjar, fuori alla curva 1 nel giro di formazione, in lacrime e consolato dal papà di Hamilton.
Una gara non fa un campionato, soprattutto se caotica come quella odierna, ma dice parecchio: conferma la forma della McLaren, che Verstappen non è un quattro volte campione per caso, che la Mercedes c’è e con due piloti (Kimi da 16° a 5°, miglior risultato di un italiano all’esordio da Ignazio Giunti nel 1970 e primo rookie nella top 5 negli ultimi 10 anni), che la Williams di progressi ne ha fatti (un vero peccato l’uscita di Sainz), che la Ferrari ha tanto ma tanto lavoro da fare, a livello di macchina ma soprattutto di squadra: lo stesso Fred Vasseur ha ammesso gli errori di strategia che hanno portato a un risultato imbarazzante. E certe cadute in Ferrari non sono più ammissibili. Adesso subito con la testa alla Cina, il prossimo weekend, dove Norris e McLaren arrivano da leader del campionato. Che è lunghissimo, si sa. Ma sempre meglio iniziarlo così, no?
AGGIORNAMENTO: Colpo di scena post-gara ma in positivo per il pilota Mercedes Kimi Antonelli, cui la FIA ha tolto la penalità di 5 secondi dopo il ricorso presentato dal team, ridandogli quindi il quarto, meritatissimo posto. Qui l’articolo, sotto le classifiche aggiornate.
Barbara Premoli