Ultimo round della stagione per il Mondiale di F1 che per l’undicesimo anno di fila si chiude con il GP di Abu Dhabi. Questa è però solo la quarta volta che si disputa con il layout attuale perché fino al 2020 le curve erano 21 mentre adesso sono solo 16 e il tracciato è più corto di 273 metri. La McLaren guida il campionato Costruttori con 21 punti di vantaggio sulla Ferrari: entrambe non vincono un Titolo iridato dal 2008, quando il team inglese conquistò il titolo Piloti e la Scuderia quello Costruttori.
Secondo i tecnici Brembo lo Yas Marina Circuit da 5.281 metri di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 anche se le frenate sono 7 al giro. Non ci sono spazi di frenata superiori a 115 metri ma nella prima mezzora di gara, con la luce solare, potrebbero manifestarsi problemi di smaltimento termico e usura del materiale d’attrito.
La curva più dura dello Yas Marina Circuit per l’impianto frenante è la numero 6: le monoposto vi arrivano a 307 km/h e scendono a 64 km/h in 2,67 secondi durante i quali percorrono 114 metri. Lo sforzo richiesto ai piloti è di 4,6 g e il carico che esercitano sul pedale del freno è di 146 kg. La potenza frenante è invece di 2.339 kW.
Pur avendoci già corso 15 volte, la Ferrari non è mai riuscita a vincere ad Abu Dhabi, anche se ci ha ottenuto 10 podi: in 7 occasioni ha vinto la Red Bull, 6 la Mercedes e una a testa Lotus e McLaren. D’altra parte, proprio quest’anno la Ferrari ha interrotto un’astinenza di successi in Messico che durava da 34 anni. Al momento sono 39 le piste in cui la Ferrari ha vinto almeno una volta in Formula 1 con i freni Brembo.
Una delle aree più ambite della fanzone allestita al GP Abu Dhabi è la F1 Blast Lane: il visitatore entrerà nella galleria del vento e verrà investito da un flusso d’aria, protetto solo da un paio di occhiali. La galleria del vento è impiegata in Formula 1 dagli anni 70 e persino Brembo se ne serve per valutare le performance e l’affidabilità dei propri componenti frenanti, prima di avviare la produzione di serie.
C’è chi finisce e chi comincia…
Questo fine settimana in Brasile scatta l’undicesima edizione del Campionato del Mondo di Formula E: 16 le gare previste, 7 in Asia, 6 in Europa e le restanti nelle Americhe. Per l’occasione faranno il loro debutto le monoposto GEN3 Evo da 5,02 metri di lunghezza e 859 kg di peso. Queste monoposto saranno capaci di toccare i 320 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 1,82 secondi. L’impianto frenante è fornito da Brembo, produttore dei freni della Formula E fin dalla stagione 2018/19, quando si impiegavano le GEN2: sull’assale anteriore i dischi sono in carbonio e progettati appositamente per le esigenze delle auto elettriche. La pinza è monoblocco in lega di alluminio ossidato a 4 pistoni con design alleggerito nelle aree meno stressate al fine di massimizzare la riduzione del peso senza comprometterne la rigidità. Mentre al posteriore i dischi di emergenza d’acciaio di derivazione Moto3, usati in caso di spegnimenti della macchina.