Il quarto GP di F1 a Las Vegas ha visto trionfare la Mercedes con una doppietta firmata dalla coppia George Russell-Lewis Hamilton, ma ha anche sancito il poker iridato di Max Verstappen che, col quinto posto, si è aggiudicato per la quarta volta consecutiva il titolo Piloti, non essendo più raggiungibile da Lando Norris, terminato in sesta posizione, nelle due rimanenti gare.
Russell ha conquistato il terzo successo in 126 GP disputati nella sua carriera, il secondo in questa stagione dopo quello di Spielberg. Per la Mercedes, che in questo fine settimana ha piazzato un suo pilota al primo posto in ogni sessione, è la 60° doppietta della storia: l’ultima risaliva al GP del Brasile di due anni fa, sempre con Russell davanti a Hamilton.
Con quattro Titoli iridati, Verstappen raggiunge Sebastian Vettel e Alain Prost al quarto posto nella classifica dei piloti pluri-iridati: meglio di lui hanno fatto solamente Juan-Manuel Fangio (5) e Lewis Hamilton e Michael Schumacher, appaiati al primo posto con sette titoli ciascuno. Curiosamente, è la seconda volta consecutiva che Max vince il Titolo di sabato, dopo che l’anno scorso si era laureato campione al termine della gara Sprint di Lusail. Per la Red Bull è l’ottavo Titolo Piloti: solo Mercedes (9), McLaren (12) e Ferrari (15) hanno fatto meglio della squadra diretta da Christian Horner sin dal suo debutto nel 2005.
La gara si è svolta con temperature leggermente più miti (18/17 °C sia di aria che di asfalto) rispetto alle giornate precedenti. Sulla griglia la stragrande maggioranza dei piloti ha scelto di partire con le Medium. Quattro le eccezioni: Alonso con la Soft, Perez, Bottas e Colapinto (che partiva dalla pit-lane) con la Hard. Quasi tutti i piloti hanno effettuato due soste, preferendo sfruttare il più possibile le gomme – in particolare i due set di Hard conservati per la gara – invece che provare a gestirle, soprattutto nella prima parte. Come spesso è accaduto, la palma dell’autore dello stint più lungo è stata appannaggio di due habitué della specialità come Kevin Magnussen ed Esteban Ocon, che hanno completato 33 giri ciascuno con la Hard. Un altro specialista, Valtteri Bottas, ha il primato di giri percorsi con la Medium (18).
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Prima di tutto complimenti a Max Verstappen per il suo quarto Titolo mondiale, un traguardo incredibile per un ragazzo che ha compiuto da poco 27 anni, e anche alla Red Bull che per l’ottava volta ha portato un suo pilota a diventare campione del mondo. Dopo un inizio di stagione che sembrava essere il prosieguo di quella dello scorso anno, Max ha saputo soffrire e lottare gara dopo gara, anche senza disporre del pacchetto più competitivo, dimostrando di essere un campione straordinario. Poi complimenti anche a Formula 1 per aver organizzato qui a Las Vegas un evento straordinario, pieno di luci e suoni ma, soprattutto, di un grande spettacolo che – ne sono certo – ha entusiasmato gli oltre trecentomila spettatori che sono venuti in pista questo fine settimana e i milioni che lo hanno seguito in televisione e on line.
Dal punto di vista del comportamento delle gomme, è stato un Gran Premio di non immediata lettura, a cominciare dalla strategia. Alla vigilia, la sosta singola era chiaramente la più veloce ma alla fine praticamente tutti i piloti ne hanno effettuate due – non prendendo in considerazione chi come Norris ne ha fatta una ulteriore per conquistare il punto del giro più veloce o chi come Ocon ha preferito non prendere rischi nel finale. Ciò è stato dovuto – per quanto si può evincere da una prima analisi dei dati – principalmente dal fatto che molti piloti hanno preferito spingere sin dalle prime battute senza pensare troppo alla gestione delle gomme. Ne è derivato che alcuni hanno sofferto più del previsto per il graining e sono stati quindi costretti ad anticipare la prima sosta, innescando una reazione a catena che ha via via spinto tutti progressivamente verso la doppia sosta, anche perché sapevano di poter contare su due set di Hard, senza alcun dubbio la mescola più competitiva in gara.
In media, il livello di degrado prestazionale è stato relativamente contenuto, sia sulla Medium che sulla Hard, così come l’usura. Chiaramente, ci sono stati piloti che hanno accusato un degrado maggiore, soprattutto sulla C4, ma la sosta singola era comunque fattibile, a patto di gestire con attenzione i pneumatici. Ne è derivato peraltro un Gran Premio pieno di azione, con tantissimi sorpassi e duelli ruota a ruota, a beneficio degli appassionati di questo bellissimo sport”.
Per il rush finale della stagione la F1 torna in Medio Oriente. Il prossimo fine settimana è infatti in calendario il GP del Qatar, che si disputerà sul circuito di Lusail, e in quello successivo si correrà sul tracciato di Yas Marina, ad Abu Dhabi.
Tutte e cinque le mescole saranno di scena nei due Gran Premi finali: il tris più duro della gamma (C1, C2 e C3) in Qatar, quello più morbido (C3, C4 e C5) negli Emirati Arabi Uniti. In entrambi i fine settimana saranno in pista sia il Campionato FIA di Formula 2 che la F1 Academy, che hanno in programma gli appuntamenti finali della loro stagione.