In Brasile Max Verstappen ha conquistato una delle più belle vittorie della sua carriera, rimontando dalla 17° posizione in griglia fino alla prima. È il successo #62 del pilota olandese, che non tagliava il traguardo per primo dal 23 giugno scorso, quando si aggiudicò il GP di Spagna, e l’ottava vittoria in questa stagione sia per Verstappen sia per la Red Bull, che è arrivata a quota 121, di cui otto sul circuito di Interlagos. Sul podio sono saliti anche i due piloti della Alpine, con Esteban Ocon secondo e Pierre Gasly terzo: era dal GP di Spagna del 1997 che due francesi non si classificavano fra i primi tre, in quell’occasione con Olivier Panis (Prost-Mugen Honda) secondo e Jean Alesi (Benetton-Renault) terzo, preceduti da un altro pilota di lingua francofona, Jacques Villeneuve (Williams-Renault).
L’attività in pista è iniziata alle 7.30 con lo svolgimento della qualifica rinviata a causa delle avverse condizioni meteo. Anche domenica la pioggia ha caratterizzato la giornata, visto che nessun pilota ha utilizzato pneumatici da asciutto. La gomma da bagnato estremo è stata protagonista nella prima parte delle qualifiche, mentre poi è entrata in scena la Intermedia. Ci sono state ben cinque interruzioni a causa di uscite di pista dei piloti durante una sessione che è durata quasi un’ora e 45 minuti, con la pioggia che ha cambiato più volte d’intensità.
Alle 12.30 era previsto l’inizio del GP che, a parte un’interruzione verso metà gara per la pioggia che ha reso le condizioni di visibilità molto precarie, si è svolto regolarmente, anche se con diverse neutralizzazioni. Durante i 69 giri (due in meno della distanza prevista a causa delle due procedure di partenza abortite) la Intermedia ha fatto la parte del leone. Solo cinque piloti (Perez, Lawson, Tsunoda, Zhou e Hulkenberg) hanno montato la Extreme quando la pioggia è aumentata d’intensità ma poi è arrivata la bandiera rossa a resettare la situazione e, quando c’è stata la ripartenza, le condizioni della pista erano chiaramente da Intermedie. I cambi gomme – inclusi quelli effettuati in regime di bandiera rossa – sono stati 33 e i set utilizzati sono stati in totale 51, di cui cinque da bagnato estremo. Fra i piloti che hanno completato la gara, solo quattro hanno usato due set di intermedie ciascuno: Valtteri Bottas e i tre finiti sul podio.
Questa edizione del GP di San Paolo è stata un’altra occasione – dopo l’appuntamento di Imola – per ricordare Ayrton Senna nell’anno del trentesimo anniversario della sua tragica scomparsa. Pirelli ha contribuito realizzando delle edizioni speciali del Pole Position Award – consegnato a Lando Norris da Bianca Senna, nipote di Ayrton e brand director dell’Istituto – e dell’iconico Podium Cap: entrambi avevano i colori verdeoro della bandiera brasiliana e il logo di Senna. Bianca è figlia della sorella del tre volte campione del mondo, Viviane, fondatrice dell’organizzazione no-profit che da trent’anni si occupa di sostenere progetti educativi per bambini e adolescenti brasiliani.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Che dire, è stata una domenica davvero intensa! È vero che era già accaduto in passato – anche da quando Pirelli è Global Tyre Supplier della Formula 1 – di avere qualifiche e gara nello stesso giorno ma mai tutto si è svolto in un arco di tempo così compresso e anticipato, con la sveglia che è suonata per molte persone nel paddock ben prima dell’alba! Credo che si debba innanzitutto fare un plauso a tutti coloro che hanno reso possibile lo svolgimento integrale del programma di questo fine settimana, nonostante condizioni meteorologiche che, da sabato pomeriggio, hanno decisamente complicato la situazione. Penso che lo straordinario pubblico di San Paolo del Brasile – quasi trecentomila gli spettatori che sono venuti in pista in questi tre giorni – e chi ha seguito l’evento in televisione e attraverso le piattaforme social sia stato ripagato da uno spettacolo molto emozionante, sia in qualifica sia in gara, con un’altalena di emozioni e di stati d’animo impressionante, come spesso succede quando le condizioni della pista riducono il peso delle vetture ed esaltano il talento dei piloti.
Dal punto di vista tecnico, lasciamo Interlagos con molte indicazioni interessanti. In qualifica abbiamo potuto vedere all’opera sia le gomme da bagnato estremo sia quelle intermedie e verificarne abbastanza chiaramente le diverse finestre di utilizzo. In gara, c’è stata una fase in cui i due tipi di pneumatici si sarebbero trovati a confronto diretto anche sulla distanza ma la neutralizzazione resasi necessaria per la visibilità precaria ha visto questo confronto in essere solamente per un pugno di giri. Va inoltre tenuto presente che la pioggia è cambiata d’intensità diverse volte e che su un manto d’asfalto appena steso le condizioni di aderenza sul bagnato erano molto limitate, anche a causa dello strato oleoso che si è generato. Tutto considerato, ritengo che entrambe le gomme si siano dimostrate all’altezza della situazione”.
Fra tre settimane inizierà la tripletta conclusiva della stagione 2024. Si inizierà con la seconda edizione del GP di Las Vegas, in programma dal 21 al 23 novembre sul circuito cittadino costruito attorno alla famosa Strip. Per l’appuntamento nel deserto del Nevada, il terzo dell’anno negli USA, le mescole da asciutto selezionate sono le stesse usate a San Paolo del Brasile, vale a dire C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. Prima del Gran Premio, però, è in programma un nuovo test, il terzo, per le gomme 2026. A Magny-Cours, il 13 e il 14 novembre, grazie alla collaborazione dell’Alpine verranno provati i primi prototipi di pneumatici da bagnato.