Ci credeva e l’ha detto fin da giovedì e, dopo la pole, Carlos Sainz ha vinto anche il GP del Messico, recuperando la testa della gara con un sorpasso spettacolare su Max Verstappen e conquistando il quarto successo in F1. Alla partenza, molto movimentata, Verstappen era riuscito a prendere il comando, posizione che Sainz si è ripreso nel giro 9. Ed è stato nei giri successivi che si è decisa la gara dell’olandese della Red Bull, quando ha ingaggiato una serie di duelli con il rivale al Titolo Lando Norris, che hanno portato a una doppia penalità di 10 secondi.
Della lotta tra Verstappen e Norris ha approfittato Charles Leclerc, che si è piazzato in seconda posizione, con le due Ferrari saldamente al comando per la maggior parte della gara, fino a quando nelle fasi finali Norris è riuscito ad avvicinarsi a Leclerc e a passarlo, quando il monegasco è andato largo rischiando di perdere la macchina ma, con grande reattività, tenendola in pista, chiudendo terzo alla bandiera a scacchi e conquistando il punto extra per il giro veloce.
Ai piedi del podio le Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, lasciati liberi di correre dal team. Dopo i 20 secondi di penalità, Verstappen è riuscito nella grande impresa di concludere sesto in una domenica davvero difficile per la Red Bull, con Sergio Perez che ha fatto solo da comparsa davanti al pubblico di casa, chiudendo 17° e ultimo. Domenica da ricordare, invece, per la Haas, con Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg 7° e 9°, divisi da Oscar Piastri, che è riuscito a rimontare dalla 17° posizione. A chiudere la top 10 l’Alpine di Pierre Gasly. Unica Aston Martin al traguardo quella di Lance Stroll, 11°, davanti alla Williams di Franco Colapinto (poi penalizzato con 10 secondi per un duello con Liam Lawson nelle fasi finali, per cui l’argentino si è classificato 14°). Dodicesimo posto ereditato dall’Alpine di Esteban Ocon, seguita dalle Kick Sauber di Valtteri Bottas e Zhou Guanyu, 13° e 15°. Lawson ha chiuso 16°, davanti all’ultimo classificato, Perez. Costretto al ritiro per problemi ai freni Fernando Alonso, nel giorno in cui festeggiava i 400 GP, mentre Alex Albon e Yuki Tsunoda sono usciti di scena dopo un contatto al primo giro.
Mancano quattro weekend alla fine del campionato e basta scorrere le classifiche per vedere quanto i giochi siano aperti: Verstappen resta al comando del Mondiale Piloti a quota 362 punti, con Norris a 315, Leclerc a 291; nel Costruttori, McLaren a 566, seguita da Ferrari a 537 e Red Bull a 512. Dal prossimo fine settimana in Brasile conteranno come sempre le macchine, la competitività e l’affidabilità, ma soprattutto e più che mai i piloti: passi falsi, errori, nervosismi possono costare cari. E sappiamo quanto vale un Mondiale… Ultima considerazione: oggi a Città del Messico ad assistere al trionfo di Sainz c’era anche John Elkann. Noi continuiamo a chiederci perché rinunciare a un uomo squadra, a un pilota capace, a uno che la Ferrari ce l’ha davvero nel cuore e lo dimostra da sempre. Perché cambiare assetto se la macchina è vincente, Presidente Elkann?
Barbara Premoli