Prima giornata di prove del GP d’Italia piuttosto interessante, con le venti monoposto che hanno potuto saggiare l’asfalto completamente nuovo di Monza, che si sta dimostrando significativamente più veloce rispetto a quello usato fino allo scorso anno: un secondo il progresso registrato nel confronto fra le due FP1, sei decimi quello fra le FP2.
Il tempo più veloce in assoluto lo ha fatto registrare Lewis Hamilton (1’20”738) che ha portato la sua Mercedes davanti a tutti, precedendo di un soffio – li separano appena 3 millesimi – la McLaren di Lando Norris. A testimonianza del grande equilibrio che continua a perdurare in questa stagione, i primi cinque piloti della classifica – i soli a essere scesi sotto la barriera dell’1’21” – sono racchiusi in 154 millesimi di secondo: dopo i due già citati ci sono infatti Carlos Sainz (Ferrari, 1’20”841), Oscar Piastri (McLaren, 1’20”858) e Charles Leclerc (Ferrari, 1’20”892).
La giornata ha visto anche il debutto di Andrea Kimi Antonelli in un evento ufficiale di F1: il pilota della Mercedes ha completato però solo 5 giri prima di finire contro le barriere alla Parabolica. Debutto come pilota titolare della Williams per l’argentino Franco Colapinto, già in pista nelle FP1 a Silverstone, sempre con la squadra inglese. Era dal GP di San Marino del 2001 che un pilota del Paese sudamericano non partecipava a un GP: l’ultimo era stato Gaston Mazzacane, con la Prost.
Solo Yuki Tsunoda (Racing Bulls) ha utilizzato la Hard nelle prime due ore di prove libere: tutti gli altri hanno preferito tenersi entrambi i set della più dura fra le tre mescole disponibili per i prossimi giorni, prevedibilmente per la domenica. Grande spazio, dunque, a Medium e Soft, con la C4 preferita nei long run della seconda sessione da quasi tutti i piloti, con la C5 che si conferma essere una gomma da qualifica.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Un venerdì ricco di spunti. La grande incognita della vigilia era legata alle condizioni dell’asfalto tutto nuovo che caratterizza questa edizione del GP d’Italia. Per quello che abbiamo potuto vedere oggi, abbiamo notato che le simulazioni della vigilia sono state sostanzialmente confermate, con un livello di grip adesivo molto significativo.
Questo fattore, combinato con il basso carico aerodinamico necessario su un tracciato come questo, potrebbe aver accentuato il fenomeno del graining, piuttosto evidente su entrambe le mescole utilizzate. Ovviamente, non abbiamo alcuna indicazione seria sulla Hard, in quanto su questa mescola sono stati percorsi soltanto 17 giri da un solo pilota. Questa è peraltro una chiara indicazione di quale direzione potranno seguire le squadre in merito all’utilizzo delle gomme nel prosieguo del weekend. Su una pista dove la lunghezza della pit-lane e il tempo perso nel cambio gomme rendono molto penalizzante una strategia su due soste, lo scenario più prevedibile è che le squadre proveranno comunque a gestire la Medium e la Hard in maniera tale da fare un solo pit-stop, tenendosi però un secondo set di Hard come potenziale piano B nel caso che il degrado determinato dal graining sia ancora molto rilevante in gara.
È quindi una questione di graining: bisognerà vedere come si evolverà la pista già da sabato mattina, man mano che non solo le monoposto di Formula 1 ma anche le vetture delle altre categorie gireranno e gommeranno l’asfalto. Un altro fattore importante da tenere in considerazione saranno le temperature. Oggi è stata una giornata molto calda, con l’asfalto che è arrivato a 54°C attorno all’orario in cui, teoricamente, domenica si sarà nel pieno della gara. Temperature così elevate potrebbero avere un impatto ulteriore sul degrado. Abbiamo visto come la pista sia più veloce rispetto all’anno scorso e lo sia diventata ancora di più durante le sessioni, in maniera più significativa durante FP1, un po’ meno durante FP2. Sarà interessante vedere quale sarà la tendenza domani, a iniziare da FP3”.