Il Campionato del Mondo di F1 torna in Europa a più di otto mesi di distanza dall’ultimo GP disputato nel Vecchio Continente e lo fa proprio in Italia, dove si era corsa l’ultima gara, a Monza lo scorso 3 settembre. Del resto, l’Italia è il Paese che ha ospitato più Gran Premi (105) validi per la massima competizione automobilistica, di cui 30 all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Quella che andrà in scena nel fine settimana sarà la quarta edizione del GP del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, denominazione utilizzata dal 2020 al 2022: l’anno scorso la gara fu cancellata a causa dell’alluvione che colpì vaste zone della regione, causando vittime e devastazioni.
Per il settimo appuntamento stagionale Pirelli ha selezionato il tris di mescole da asciutto più morbido: C3 come Hard, C4 come Medium, C5 come Soft. È la stessa scelta prevista per lo scorso anno ma che non poté essere messa alla prova per la già menzionata cancellazione della gara: si tratterà quindi del debutto di questo tris sul tracciato emiliano, visto che la selezione del 2022 era stata composta da C2, C3 e C4.
Imola è una delle piste storiche rimaste nel calendario iridato ed è nota per essere molto tecnica, esaltando il talento dei piloti che devono affrontarne combinazioni di curve e staccate piuttosto complesse. Enzo Ferrari, – alla cui memoria il circuito è intitolato dal 1988, dopo esserlo stato alla memoria del figlio Dino dal 1957 – fu uno dei promotori del progetto di un circuito da costruire sulle colline attorno alla città emiliana e lo definì una sorta di “piccolo Nürburgring”. Il tracciato non è particolarmente severo in termini di forze esercitate sui pneumatici e anche l’asfalto rimane comunque relativamente abrasivo, nonostante l’ultimo rifacimento, che riguardò circa il 70% dei quasi 5 chilometri di lunghezza, risalga al 2011. Grazie a un utilizzo abbastanza intenso, anche in occasione del weekend del Gran Premio, il manto stradale offre un buon livello di aderenza che va aumentando man mano che le vetture girano in pista.
Composta da 19 curve (10 a sinistra, 9 a destra) e caratterizzata da una significativa variazione altimetrica – trenta i metri di differenza fra il punto più alto e quello più basso – la pista ha una sede stradale piuttosto stretta e ha solamente una zona DRS, fattori che rendono i sorpassi certamente non facili. Il risultato delle qualifiche sarà quindi determinante per quello della gara: non è un caso che mai nessuno si sia imposto su questo circuito partendo oltre la quinta posizione sulla griglia di partenza e che 19 volte su 30 chi è passato per primo sotto la bandiera a scacchi è partito dalla prima fila.
La scelta di avere le tre mescole più morbide sulla carta offrirà più opzioni in termini di pit-stop per una gara che, tradizionalmente, prevede una sola sosta ai box per il cambio gomme, anche perché il tempo perso in pit-lane è uno dei più elevati di tutto il calendario iridato. Da tenere in considerazione anche l’alta possibilità di avere neutralizzazioni, un’eventualità verificatasi in più del 70% delle corse fin qui disputate a Imola. Fra le piccole modifiche effettuate recentemente al tracciato, va citata la reintroduzione della ghiaia all’esterno delle Acque Minerali, che renderà molto più penalizzante un’uscita di pista in quel punto.
Sono 30 le corse disputate sulle rive del Santerno, il fiume che scorre accanto al circuito. Quella attuale è la terza titolazione che accompagna la gara di Imola. Nel 1980, l’esordio fu come Gran Premio d’Italia per l’unica edizione della corsa tricolore mai disputata lontano dalla sua casa storica, l’Autodromo di Monza, mentre dal 1981 al 2006 la Formula 1 corse in Emilia sotto la bandiera della vicina Repubblica di San Marino. Nel tribolato anno del COVID la massima competizione automobilistica trovò ospitalità ad Imola come Gran Premio dell’Emilia-Romagna, alla cui denominazione fu aggiunta dall’anno successivo quella di Made in Italy.
Dei 20 piloti iscritti all’appuntamento di quest’anno soltanto uno, Fernando Alonso, ha corso a Imola quando la gara si correva come GP di San Marino: lo spagnolo conquistò il successo nel 2005 al termine di un esaltante duello con Michael Schumacher, ripetutosi l’anno successivo ma con un ordine d’arrivo a parti invertite. Il tedesco è il pilota più vittorioso essendosi aggiudicato sette successi (sei con la Ferrari, uno con la Benetton) mentre due squadre – Williams e Ferrari – condividono il primato di vittorie (8). Per quanto riguarda le pole position qui il primato va ad Ayrton Senna, che ne conquistò ben 8, fra cui l’ultima, proprio quel 30 aprile di trent’anni fa in una giornata funestata dalla scomparsa del pilota austriaco Roland Ratzenberger. Il giorno dopo, il 1° maggio, toccò ad Ayrton la stessa sorte in uno dei fine settimana più tragici nella storia della massima competizione automobilistica, la cui memoria sarà ancora ricordata questo fine settimana in una serie di manifestazioni organizzate dal promoter e da tutta la famiglia della Formula 1.