L’ultima idea nata dalle fervide menti che si aggirano nel paddock della F1 è di ampliare l’assegnazione punti. La F1 Commission discuterà una proposta, portata avanti dai team più piccoli ma a quanto pare supportata anche dalla Red Bull, di dare punti anziché agli attuali primi 10 ai primi 12 classificati. Sei team devono votare a favore perché una proposta concreta debutti nel 2025. “La competizione è serrata“, ha detto Christian Horner alla Bild. “Si sono formati due gruppi, i primi cinque e poi poi i team dalla sesta alla decima posizione. Si lotta duro per ogni singolo punto Ovviamente alla fine bisogna chiedersi cosa cambierebbe davvero, ma sono del tutto imparziale. Anche se i punti significano soldi, quindi capisco la preoccupazione“. Il pilota della RB Yuki Tsunoda la pensa diversamente: “Quando tutti i piloti vanno a punti, perdi motivazione. Adesso se arriviamo P9 o P10 per noi è come fosse una vittoria. Sarei felice se restasse tutto così“. Sulla stessa linea il pilota della Williams Alex Albon: “Non cambierei il sistema“.
Uno sei maggiori sostenitori del cambiamento è – ovviamente – la Haas, regolarmente a fondo gruppo nelle ultime stagioni. Quando gli è stato chiesto della proposta di assegnare punti fino alla 12° posizione, il team boss Ayao Komatsu ha detto: “Dov’è il lato negativo? Ha solo conseguenze per gli ultimi cinque. Se guardate agli ultimi anni, forse avrebbe cambiato una singola posizione tra P8 e P9 in campionato. Quindi non è un enorme cambiamento. Ma per i fans, sarebbe bello vedere che anche l’11° e 12° posizione vengono premiate. Al momento ci sono tre team a zero punti. Ocon in Cina è arrivato 11°, quindi avrebbe preso 2 punti e quindi ci sarebbero meno zero in classifica. E’ più chiaro per i tifosi, una ricompensa“. Kevin Magnussen si spingerebbe persino oltre: “Forse sarebbe il caso di dare punti a tutti. 50 a chi vince e poi dividere il resto tra tutti gli altri. Non cambierebbe niente al vertice, ma renderebbe le gare più interessanti per gli ultimi cinque“.
Noi, onestamente, non riusciamo a comprendere perché dovrebbe aumentare l’interesse, specie per gli appassionati. E poi tutti questi signori fanno i conti senza l’oste, ovvero che i punti significano soldi e le fette della torta si assottiglierebbero… Per Kevin Magnussen avremmo una domanda: non è che vuoi punti anche se un weekend ti gira di andare al mare e non ti presenti in pista? E magari, F1 Commission, perché non dare punti anche a chi, incolpevole, viene tamponato dal primo imbecille che, invece di guardare davanti, leggeva i messaggi sullo smartphone? E la chiamano ancora Formula 1…
Barbara Premoli