Si annunciano negoziati complessi tra FIA e Liberty Media, proprietaria dei diritti commerciali della F1. L’attuale Patto della Concordia, che lega FIA. FOM e i team, è stato firmato nel 2021 e sarà in vigore fino al 2025, per cui i colloqui tra le parti si staranno quasi sicuramente già svolgendo. “Penso che il processo sia in corso“, ha detto il nuovo CEO della RB Peter Bayer “e l’ultima volta sono serviti circa due anni. Spero che questa volta saremo piùà veloci, ma è qualcosa che sarà discussa dietro le porte chiuse con i responsabili“.
Il CEO di Liberty Media Greg Maffei vuole accelerare il processo e lo scorso anno aveva ammesso “di voler battere il ferro finché è caldo“. Circa nello stesso periodo, l’attuale presidente FIA Mohammed Ben Sulayem dichiarava che non c’era fretta: “Se volete una FIA forte, dobbiamo lavorare insieme e dobbiamo rafforzare la FIA, perché la FIA è l’ente regolatore“.
Adesso, con i ritorni commerciali della F1 che hanno superato per la prima volta i 3,2 miliardi di dollari l’anno, una persona molto vicina a Ben Sulayem rivela che la FIA (organizzazione no-profit) spingerà per avere una fetta più grossa della torta. Questo potrebbe spiegare la tensione tra la FIA, t team e Liberty Media. “Quando siamo arrivati alla FIA perdevano 30 milioni di dollari l’anno“, ha detto Manuel Avino, uno dei vice-presidenti di Ben Sulayem e a capo della Federazione automobilistica spagnola. “Questo avrebbe portato la FIA alla bancarotta nel giro di 4 anni ed ecco perché abbiamo dovuto cambiare molte cose. Abbiamo passato molti anni in cui il presidente o il precedente staff evitavano il confronto con molti promoter e con molte situazioni. A volte uno deve mettersi all’esterno della comfort zone e pretendere i propri diritti, che è quello che ci spetta. Cosa che a volte mette a disagio promoter o in questo caso Liberty Media“.
Quindi nel prossimo Patto della Concordia Ben Sulayem spingerebbe per avere una fetta più grossa della torta controllata da Liberty Media: “Il promoter di F1 sta diventando un miliardario a spese di un prodotto che appartiene alla FIA“, prosegue Avino. “L’80% del budget della FIA viene dalla F1 e adesso non troviamo corretto che tutti quegli introiti generati dalla F1 non vengano divisi con la FIA. Il nostro presidente chiede che quello che è nostro torni a noi, perché la FIA è un’organizzazione no-profit che vuole reinvestire nelle gare. Non c’è né inimicizia né scontro“.