Percorso netto della Red Bull nelle prime due gare della stagione 2024. Dopo la doppietta di Sakhir ne è arrivata un’altra a Jeddah, sempre con Max Verstappen davanti al compagno di squadra Sergio Perez. Così come in Bahrain, è stato un pilota della Ferrari a completare il podio: otto giorni fa era toccato a Carlos Sainz salire sul terzo gradino, in Arabia è stata la volta di Charles Leclerc. E anche il resto della top 10 è stato molto simile a quello della prima gara, con l’altra Ferrari, qui guidata dall’esordiente Bearman (7°), due McLaren, due Mercedes e un’Aston Martin: l’unico “intruso” è stato Nico Hulkenberg, autore di una bellissima prestazione che lo ha portato a concludere al decimo posto.
Sono salite a 56 le vittorie di Max Verstappen, che raggiunge anche il centesimo piazzamento sul podio in 187 GP disputati in F1 (53,48%). Per la Red Bull è il successo numero 115 e la trentesima doppietta in 371 GP. In queste prime due gare la squadra austro-inglese ha conquistato 87 degli 88 punti in palio: l’unico sfuggito l’ha portato via Charles Leclerc, conquistando proprio al termine della gara il punto addizionale per il giro più veloce.
Sulla griglia di partenza 18 piloti su 20 hanno scelto di iniziare la gara con le Medium: hanno fatto eccezione Oliver Bearman e Valtteri Bottas, che hanno preferito le Soft. La safety-car entrata in pista al giro 7 a causa dall’urto di Lance Stroll contro le barriere ha innescato la serie dei pit-stop: solo quattro piloti – Norris, Hamilton, Hulkenberg e Zhou – hanno preferito rimanere in pista con le Medium, rimandando il più possibile la sosta. Dopo il giro 30 anche i quattro hanno cominciato a fermarsi: Hulkenberg al giro 33, Hamilton al 36, Norris al 37 mentre Zhou ha allungato il suo stint addirittura al giro 41: solo il pilota della Haas ha montato un set di Hard mentre gli altri tre hanno scelto la Soft per provare a rimontare qualche posizione, senza peraltro riuscirci. Fra i piloti arrivati al traguardo, soltanto Bottas ha effettuato due soste (Soft-Hard-Soft).
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “È stata una gara molto lineare, sia come risultato finale – praticamente una fotocopia di Sakhir – sia come comportamento dei pneumatici. Sapevamo che questa era una corsa dove la strategia più veloce era quella su una sosta: ovviamente la neutralizzazione già dopo sette giri ha anticipato la finestra del pit. La C2 ha confermato di essere una mescola molto consistente, sia in termini di prestazione sia di degrado: non è un caso che il giro più veloce della corsa sia stato ottenuto proprio nel finale da Leclerc con un set che aveva già percorso 43 giri.
Anche la C3 è stata all’altezza della situazione, perché i quattro piloti che hanno scelto di rimanere fuori al momento della safety-car sono stati in grado di portarla sì al limite dell’usura ma riuscendo anche a gestirne la prestazione in maniera piuttosto competitiva. Rispetto ai long run di venerdì, il graining su questa mescola è stato minore, anche perché la pista durante il weekend si è progressivamente gommata man mano che veniva utilizzata. Gli stint di Hamilton e Norris sulla C4 hanno inoltre dimostrato che la mescola più morbida portata qui poteva essere un’opzione competitiva anche per la prima parte della gara mentre soltanto due piloti hanno provato a sfruttarla”.