Dopo il calo isolato dello scorso mese di dicembre, il mercato auto in Europa a gennaio è tornato in terreno positivo: +11,5% con 1.015.381 immatricolazioni verso le 911.036 di gennaio 2023. Fra i maggiori mercati, nel mese la crescita più sostenuta è della Germania (+19,1%) favorita dal confronto con gennaio 2023 in flessione per la revisione del bonus ambientale per le auto BEV e PHEV a partire proprio da quel mese. L’Italia segna +10,6% e sale al secondo posto, la Francia +9,2%, il Regno Unito +8,2%, la Spagna +7,3%. L’Italia conserva l’ultimo posto per le auto “con la spina” (ECV) con una quota in calo al 4,9%, somma del 2,1% per le BEV e 2,8% per le PHEV, superata a distanza da Germania (BEV al 10,5%, PHEV 6,7%), Francia (BEV 16,4%, PHEV 8,6%), Regno Unito (BEV 14,7%, PHEV 8,4%), Spagna (BEV 4,9%, PHEV 6,7%). Nel totale del mercato europeo di gennaio le BEV sono a quota 11,9% (+1,6 punti percentuali) le PHEV a 7,9% (+0,8 p.p.)
“Siamo in trepida attesa della pubblicazione del DPCM con il nuovo schema degli incentivi 2024 e del relativo aggiornamento della Piattaforma Invitalia per rendere operativi gli incentivi stessi”, afferma il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali. “I tempi appaiono però ancora lunghi e l’attesa sta generando una paralisi del mercato, confermata anche dai modesti dati sulle immatricolazioni di vetture BEV e PHEV nel mese, che ostacola il percorso di transizione energetica. Il nuovo schema accoglie alcune richieste dell’UNRAE ma, come più volte sollecitato per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni è fondamentale che il price cap per la fascia 0-20 g/Km venga eliminato, o quantomeno innalzato allineandolo a quello della fascia 21-60 g/Km. Ci auguriamo che tale modifica possa essere contenuta nel DPCM che verrà pubblicato. Per lo stesso motivo, auspichiamo vivamente che in corso d’anno i fondi residui degli incentivi 2023 vengano interamente allocati sulla prima fascia o sulle prime due”.
Secondo il Direttore Generale dell’UNRAE “Per evitare il ripetersi di uno stop & go e del suo effetto distorsivo sul mercato, è inoltre indispensabile conoscere già oggi quale sia il piano del Governo per il 2025: operatori e consumatori non possono permettersi di scoprire fra un anno se ci saranno o meno gli incentivi. Resta comunque urgente e lo diventerebbe ancor più nella malaugurata ipotesi di interruzione degli incentivi, intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che da decenni penalizza le imprese italiane di tutti i settori merceologici rispetto alle loro concorrenti europee. Auspichiamo che tale revisione venga realizzata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, occasione irrinunciabile per rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è in grado di accelerare il rinnovo del parco circolante”.