L’ultimo fine settimana della stagione della F1 è stato caratterizzato dalla presenza di ben dieci “rookie” in pista ad Abu Dhabi nella prima sessione di prove libere.
A brillare di più è stata la stella del brasiliano Felipe Drugovich, vincitore del Campionato FIA Formula 2 lo scorso anno, secondo assoluto al volante dell’Aston Martin solitamente destinata a Fernando Alonso. Drugovich ha ottenuto un miglior tempo di 1’26″360, poco meno di tre decimi più alto di quello di George Russell, primo in 1’26″072 con la Mercedes. Per cinque dei rookie – Doohan, Hadjar, Vesti, Pourchaire e Bearman – è stata una giornata davvero intensa, visto che oltre nelle FP1 hanno girato nelle libere e poi nelle qualifiche della Formula 2, all’ultima tappa della sua stagione.
La seconda sessione è stata caratterizzata dalle bandiere rosse. La prima è stata causata da Carlos Sainz, finito contro le barriere di protezione alla curva 3 quando la sessione era iniziata da poco più di 8 minuti. Dopo 27 minuti, la pit-lane è stata riaperta ma solo per una manciata di minuti, visto che Nico Hulkenberg è finito anch’egli contro le barriere dopo un testacoda all’uscita dalla prima curva. La sessione è ripresa quando mancavano 16 minuti alla bandiera a scacchi. Il più veloce è stato Charles Leclerc (Ferrari), col tempo di 1’24″809, di 43 millesimi inferiore a quello stabilito da Lando Norris (McLaren). Terzo nella classifica finale Max Verstappen (Red Bull Racing).
Una giornata dalle tinte giallorosse, visto che sono stati appena 21 i giri percorsi sulla mescola C3, la più dura fra le tre disponibili qui a Yas Marina, tutti dai piloti dell’Alfa Romeo: 9 da Zhou in FP1, 12 da Bottas in FP2. Nella seconda sessione si è potuto girare solamente per meno di 27 minuti e pochissimi piloti hanno girato con tanta benzina a bordo. Lo stint più lungo in assoluto lo ha completato Sargeant (12 giri consecutivi con un set di Medium), mentre sulle Soft i più stakanovisti – si fa per dire – sono stati Leclerc, Zhou e Stroll, tutti con 11 giri consecutivi. Peraltro, solamente altri tre piloti – Piastri, Magnussen e Albon, tutti e tre dieci giri su Medium) sono andati in doppia cifra.
Simone Berra, chief engineer Pirelli: “È stata una giornata decisamente interlocutoria, perlomeno sotto il profilo delle gomme. Nonostante il format “classico”, la prima sessione è stata piuttosto anomala, visto che metà delle vetture in pista erano affidate ai giovani piloti che, per la stessa definizione del loro status, avranno svolto sulla carta un lavoro un po’ diverso da quello normalmente affidato ai piloti titolari. La seconda, svoltasi al tramonto con temperature quindi che sono andate calando fino a scendere di dieci gradi rispetto alla prima è stata condizionata dalle interruzioni ed è quindi ancor più complicato trarre conclusioni sul comportamento dei pneumatici. Va notato, infatti, come siano stati in totale 318 i giri percorsi in FP2 mentre lo scorso anno erano stati 543. Viste le scelte delle squadre, la Hard – usata solamente da una squadra – sembra chiaramente la gomma preferita per la gara. Per quanto abbiamo visto, c’è un po’ di graining ma la pista si sta gommando abbastanza velocemente quindi la situazione potrebbe migliorare su questo aspetto. I tanti giri su Soft e Medium ci hanno perlomeno permesso di confermare il divario fra queste due mescole, che è attorno al mezzo secondo”.