Seconda gara della tripletta americana per il Mondiale di F1, che dal Texas si sposta a sud per il GP di Città del Messico, al quale la Scuderia Ferrari arriva con il podio conquistato ad Austin da Carlos Sainz, risultato che ha permesso di recuperare ancora qualche punto a Mercedes nella classifica Costruttori. Il circuito messicano prende il nome dai fratelli Rodríguez – Pedro e Ricardo, idoli locali entrambi piloti della Scuderia Ferrari negli anni Sessanta –, vanta una lunga tradizione di Formula 1 (22 i Gran Premi finora disputati qui) e rappresenta una sfida sui generis per piloti e squadre.
La caratteristica peculiare di questa pista è la rarefazione dell’aria, un fenomeno dovuto all’altitudine che rende necessaria una configurazione aerodinamica a massimo carico, simile a quella richiesta nel ben più lento e tortuoso circuito di Monte Carlo. La bassa densità dell’aria, tuttavia, riduce il drag e consente di raggiungere velocità particolarmente elevate in rettilineo: non è un caso che proprio qui siano stati toccati i 372,5 km/h, un record per una vettura di Formula 1. Il settore più critico per le gomme è quello centrale – dalla curva 4 alla 11 – che è anche il tratto più guidato e denso di curve a media velocità. Il primo tratto è prettamente di motore, con due lunghi rettilinei, incluso quello lunghissimo del traguardo, mentre il terzo è caratterizzato dalla suggestiva sezione dello stadio, con quattro pieghe lentissime che conducono i piloti dentro a un ex campo da baseball contornato da altissime e rumorosissime tribune. Altre due curve strette a destra riportano le monoposto sul rettilineo di partenza. Ci sono tre zone DRS. Fa parte della sfida anche il raffreddamento delle componenti che, sempre a causa dell’altitudine, è un tema all’ordine del giorno sia per il motore che per i freni. Ultimo ma non ultimo il meteo, previsto abbastanza incerto a Città del Messico in questa settimana, sia per temperature che per condizioni, potenzialmente a rischio pioggia quasi ogni giorno.
Frédéric Vasseur, team principal: “Abbiamo lasciato Austin con una classifica rivista dopo l’esclusione di Lewis Hamilton e di Charles, che ha permesso a Carlos di salire sul podio. È un risultato che si merita per come ha gestito la gara e che ci ha consentito di tornare a rosicchiare punti nella rincorsa al secondo posto nella classifica Costruttori. In Messico però voglio vedere maggiore concentrazione da parte della squadra perché non possiamo più permetterci alcuni degli errori di valutazione che abbiamo visto negli Stati Uniti. Quella che ci attende è una gara molto particolare, nella quale condizioni ambientali uniche influiscono sul rendimento delle vetture, sia sotto l’aspetto della prestazione pura che sotto quello della gestione gomme. Avendo il formato di gara tradizionale, avremo modo di fare tutte le necessarie valutazioni nelle tre sessioni di prove libere e sono convinto che metteremo a punto strategie mirate che ci permettano di trarre il massimo da un Gran Premio che sulla carta si prospetta non poco complicata. Noi tutti, a cominciare da Carlos e Charles, dobbiamo essere in grado di cogliere al volo ogni opportunità che si presenterà”.