È Carlos Sainz il vincitore del GP di Singapore. Il pilota spagnolo ha conquistato il suo secondo successo in carriera al termine di una delle gare più incerte degli ultimi anni, con quattro piloti che si sono giocati il primo posto fino all’ultimo giro. Sul podio sono saliti anche Lando Norris, secondo con la McLaren, e Lewis Hamilton, terzo con la Mercedes. Per la Ferrari è la vittoria numero 243 in 1067 partecipazioni a un Gran Premio, la quarta su questa pista. Per la prima volta nella stagione, dunque, non ha vinto una Red Bull. La striscia di successi consecutivi si è interrotta a quota 15 per la squadra di Milton Keynes e a 10 per Max Verstappen.
Alla partenza la Medium è stata la mescola preferita dalla maggioranza dei piloti (13 su 19), con gli altri sei che si sono suddivisi equamente fra Soft e Hard. Peraltro, la scelta della Soft per Zhou (Alfa Romeo) è stata meramente tattica, visto che il pilota cinese, che partiva dalla pit-lane, si è fermato subito per provare a fare tutta la gara sulla Hard. La safety-car entrata in pista al giro 20 ha innescato la sagra dei pit-stop, con tutti i piloti che avevano le Medium che sono rientrati ai box per passare alle Hard mentre chi era partito con questa mescola è rimasto in pista per poi fermarsi per l’unica sosta programmata intorno ai due terzi di gara. Poco dopo, verso il giro 44, una VSC ha offerto una nuova possibilità di cambiare le carte in tavola: l’hanno colta il duo della Mercedes e quello della Williams, che hanno montato le Medium, assieme ad Alonso e Magnussen che sono passati alle Soft. Nella parte finale della gara la C4 si è dimostrata molto veloce, sia con Hamilton e Russell, che hanno rapidamente raggiunto i due leader (Sainz e Norris), sia con Verstappen e Perez, che sono riusciti a rimontare dalle retrovie e a terminare in zona punti.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Questa edizione del GP di Singapore è stata uno degli spot migliori per la F1. Credo che tutti gli spettatori, in pista e davanti ai televisori, siano rimasti con il fiato sospeso fino all’ultimo vedendo quattro piloti lottare fra loro per fregiarsi del primato di essere i primi ad interrompere il dominio Red Bull in questa stagione. Davvero complimenti a tutti e quattro ma anche agli altri protagonisti di questa gara, sia in pista che al muretto, perché hanno offerto davvero un bello spettacolo, con duelli fra piloti e confronti tattici molto intensi.
Dal punto di vista delle gomme, penso che la parola che meglio descrive la giornata sia gestione. Praticamente per tutta la gara abbiamo visto piloti e squadre gestire il passo in modo da mettersi nelle migliori condizioni possibili, non soltanto per conquistare gli obiettivi prefissati ma anche per sfruttare eventuali opportunità offerte lungo la gara. Ne sono un esempio la scelta di Leclerc di partire con le Soft per cercare di superare subito Russell e mettersi in condizione di creare un gap fra il pilota della Mercedes e Sainz che era al comando, oppure quella della Mercedes che, avendo per entrambi i piloti un set di Medium nuove a disposizione, ha approfittato di una VSC per cambiare strategia e mettersi nelle condizioni di attaccare fino all’ultimo il primato di Sainz.
Dal punto di vista tecnico, la prestazione delle tre mescole è stata in linea con le previsioni in termini di degrado. La sosta unica si è confermata la più veloce, con la doppia sosta che ha rappresentato un’opzione praticabile soltanto in presenza di una neutralizzazione. La Hard e la Medium sono state le mescole più usate – anche questo rientrava nelle previsioni – ma anche la Soft, che solitamente qui è considerata una mescola prettamente da qualifica, ha dimostrato di poter giocare un ruolo anche nel primo stint”.
Nessuna pausa per la Formula 1 che correrà settimana prossima a Suzuka. Al GP del Giappone (22-24 settembre) verranno utilizzate le mescole C1 come P Zero White hard, C2 come P Zero Yellow medium e C3 come P Zero Red soft per gli elevati carichi laterali e verticali a cui sono soggetti i pneumatici sui quasi 6 chilometri di lunghezza del tortuoso tracciato, caratterizzato inoltre da un’elevata abrasività dell’asfalto.