Erano tre le investigazioni per Max Verstappen al termine delle qualifiche a Singapore, ma i commissari si sono limitati a delle reprimenda. Decisioni che hanno fatto storcere il naso a molti, specie quella che più “puzza”, perché riguardava un impeding su Tsunoda, e il team AlphaTauri non si è presentato dai commissari.
Il due volte campione è stato eliminato in Q2, a causa di una RB19 che lui stesso ha definito inguidabile. Al termine della sessione, Verstappen è stato convocato in direzione gara per tre investigazioni diverse. Per prima cosa per un impeding alla Williams di Logan Sargeant tra le curve 17 e 18 in Q1; poi per aver rallentato le altre vetture all’uscita della pitlane quando il semaforo è diventato verde. Ma Verstappen ha anche dovuto spiegare perché avrebbe ostacolato l’AlphaTauri di Yuki Tsunoda nel Q1 tra le curve 3 e 4. A quanto pare i commissari non avrebbero invitato formalmente un rappresentante del team a comparire, come prevede invece la procedura normale. E ovviamente nessuno si è presentato. A Verstappen è stata comminata una reprimenda per due dei tre casi. Per quanto accaduto con Sargeant i commissari hanno detto che l’olandese era limitato nelle sue opzioni per via del traffico e quindi proseguire dritto era l’opzione più sicura per evitare una collisione. Il caso di Tsunoda, per molti quello più rischioso, è stato chiuso per precedenti avvenuti durante la stagione. Niente penalità neppure per l’attesa in pitlane (di ben 14 secondi). Tutto concluso a tarallucci e vino, con reprimenda per il pilota e una milta di 5.000 euro per il team.