Maurizio Arrivabene è stato ospite di ‘Race Anatomy’, regalando aneddoti sul suo passato in Ferrari e parlando anche dell’attuale momento della F1. “Vasseur lo conosco da tempo, ha fatto grandi cose con Alfa e ha scoperto un campione come Leclerc. Quando ti trovi a Maranello non è semplice, l’organizzazione è diversa con tante persone da gestire. Il marchio è bello e pesante, c’è tanta pressione. Serve tempo per ambientarsi e capire i meccanismi, oltre che capire cosa rappresenta la Ferrari per l’Italia. Non è facile trovare i meccanismi. Ha fatto bene a non entrare con il piede a martello, prima bisogna conoscere le persone“.
Verstappen è davvero maturato rispetto a qualche anno fa
“Verstappen ci ha dato filo da torcere in passato, a volte ci ha fatto arrabbiare. Mi ricordo Singapore, ma anche Austin con Kimi. Prima era molto umorale, faceva errori di gioventù. Adesso però l’ho visto davvero maturato, su una grande macchina. A Silverstone, da tifoso Ferrari, non sono soddisfatto del risultato. Però è chiaro che la squadra va sostenuta soprattutto nei momenti difficili. E’ facile quando si vince salire sul carro… In pista non ho mai escluso di duellare con i più forti, come fanno adesso. Sarebbe inaccettabile, bisogna sempre entrare in pista per rendergli la vita dura. Non ci si sdraia davanti all’avversario“.
Il pistaiolo è un lavoro difficile, ma fondamentale non leggere solo i dati
“Ci sono state discussioni infinite riguardo al budget cap, già ai miei tempi, per salvaguardare le squadre più piccole. Giusto creare processi per massimizzare tutto quanto sperperare. Ma se l’obiettivo era quello di diminuire il gap tra i primi e gli ultimi, non è stato raggiunto. Davanti ci sono sempre i soliti. I pistaioli? Leggere la gara non era facile, ma ci sono. Vedono qualsiasi cosa, non solo i dati. E ‘ come il tattico dell’America’s Cup, non siamo contro la tecnologia ma serve anche l’aspetto umano, di chi ha senso della pista. Bisogna sempre avere un bilanciamento tra le due cose, avere un respiro più ampio“.
Quel GP di Silverstone vinto grazie (anche) a mio nipote…
“Il ruolo del team principal è quello di motivare la squadra a dare sempre il meglio. Quel 4 luglio 2018 era nato mio nipote, appena dopo sono stato catapultato a Silverstone. Mi sono promesso di non perdere, ho raccontato questa cosa alla squadra. Ho visto una carica diversa, mi ricordo che il pubblico ci applaudì quando vinse Vettel. I ragazzi erano contenti, era scattata una scintilla. Spesso ho portato a cena la squadra per ringraziarli, la componente umana è importante. Bisogna trattare tutti allo stesso modo. Ho sempre cercato di essere vicino alle persone dal punto di vista umano“.