Il circuito di Silverstone, che dallo scorso aprile utilizza esclusivamente energie rinnovabili, è teatro del decimo appuntamento della stagione, il GP di Gran Bretagna. Secondo i tecnici Brembo, la pista britannica rientra nella categoria dei circuiti poco impegnativi per l’impianto frenante. In una scala da 1 a 5, Silverstone Circuit ha un indice di difficoltà di 1. Nel calendario F1 esiste un solo altro circuito che possiede tale valore, ed è Suzuka. Nonostante la classificazione come circuito poco impegnativo, l’impianto frenante è tutt’altro che superfluo al Silverstone Circuit. A ogni giro i piloti azionano il pedale del freno 8 per garantire il migliore inserimento in curva. In caso di pioggia, che è una variabile da tenere in considerazione a Silverstone, in staccata si possono notare le maggiori differenze di stili di guida tra i diversi driver. In tale circostanza la differenza la farà il pilota che meglio riuscirà a interpretare il livello ottimale di potenza frenante scaricabile sull’asfalto.
A una quarantina di miglia a nord del Silverstone Circuit ha sede AP Racing, uno dei marchi leader nella fornitura di freni e frizioni per auto e moto da competizioni. L’azienda fu fondata nel 1920 da tre soci a Londra per importare dagli Stati Uniti componenti per gli ex veicoli militari convertiti ad uso civile dopo la Prima Guerra Mondiale. Poco dopo iniziò a produrre componenti, tanto che nel 1938 Tazio Nuvolari vinse il GP Gran Bretagna con una Auto Union dotata di freno idraulico AP Lockheed. L’esordio in Formula 1 è del 1971 sulla Ferrari 312B. Dal 2000 AP Racing è parte del gruppo Brembo e anche grazie ad essa nel 2023 tutte le monoposto di F1 utilizzano pinze freno del gruppo Brembo: nello specifico, 9 team forniti con pinze Brembo mentre un team fornito con pinze AP Racing.
La vera sfida a Silverstone è evitare la vetrificazione (glazing) del materiale d’attrito, e quindi riuscire a portare il materiale di attrito in un range di temperature superiori a 350 °C, che è la temperatura minima di esercizio per dischi e pastiglie in carbonio. Le zone del tracciato più critiche sotto questo aspetto i piloti le incontrano una volta superata la Brooklands (curva 6) fino alla Chapel (curva 14) perché in quella sezione il ricorso ai freni è veramente ridotto. Dalla curva 7 alla curva 14 comprese, le velocità si riducono infatti di meno di 75 km/h e le decelerazioni non superano i 3,5 g. In totale in un giro i freni vengono usati per poco meno di 14 secondi, pari al 15 per cento dell’intera gara. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 40 tonnellate, finora il valore più basso dell’intero mondiale.
Delle 8 frenate del British GP, 3 sono considerate impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 3 sono light. La frenata più impegnativa è quella alla curva 6, dove le vetture arrivano ad una velocità di staccata di 305 km/h, dopo aver superato la curva 5 (Aintree) senza agire sul freno. L’impianto frenante garantisce una velocità di inserimento in curva di 141 km/h in appena 2,51 secondi durante i quali si percorrono 143 metri. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 122 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,2 g.