Secondo i dati settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica appena pubblicati, il prezzo della benzina in modalità self service sale a 1,871 euro al litro, il gasolio a 1,912 euro al litro. “Dati pessimi! Il gasolio sfonda quota 1,9 euro. Come temevamo, con l’avvicinarsi della data del 5 febbraio, ossia dell’embargo dell’Ue ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia, i prezzi hanno preso il volo. Ecco perché la decisione del Governo di rialzare le accise e quindi i prezzi di 18,3 cent al litro è a dir poco irresponsabile. In una sola settimana la benzina costa il 2,29% in più, oltre 4 cent al litro, pari a 2 euro e 9 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio rincara dell’1,98%, pari a 1 euro e 86 cent per un pieno“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Rispetto al 31 dicembre 2022, oggi un litro di benzina costa quasi 23 cent in più, con un rincaro del 13,8%, pari a una stangata di 11 euro e 36 per un pieno da 50 litri, 273 euro su base annua considerando 2 pieni di carburante al mese a famiglia, mentre il gasolio sale del 12%, oltre 20 cent al litro, pari a 10 euro e 22 cent a rifornimento. L’idea del Governo contenuta nel decreto legge n. 5/2023 di intervenire sulle accise solo se il prezzo aumenta sulla media del precedente bimestre rispetto al valore indicato nell’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria presentato è a dir poco da incompetenti. Va ripristinata l’agenda Draghi: bisogna intervenire subito quando serve. Se non si riabbassano ora le accise si rischiano pericolosi effetti moltiplicativi sull’inflazione che ridurranno i benefici che si avranno dal calo del prezzo del gas“.