La “Renaulution”, la nuova filosofia imposta al grande Gruppo francese dal dinamico CEO, l’italiano Luca De Meo, per cavalcare la sempre più veloce transizione del Costruttore con tutti i propri marchi verso le nuove tecnologie, ha profondamente coinvolto anche il brand Dacia che, fino a qui, si è distinto per l’accessibilità economica dei suoi modelli. Il mantra dominante è quello del passaggio dai volumi al valore della produzione della romena Dacia intendendo con ciò che più di una espansione a tutti costi del numero di vetture vendute si punta su una migliore qualificazione di queste ultime a tutto vantaggio, ad esempio, del valore residuo dell’usato dei prodotti di questo marchio.
E’ un passaggio significativo dal “low cost” al value for money, ovvero alla sostanza autentica di ciascun esemplare. L’implementazione delle economie di scala si traduce nella condivisione sempre più efficiente di tecnologie del gruppo e, soprattutto, di piattaforme che spesso sono già state ampiamente ammortizzate consentendo di sfruttare prodotti di qualità con investimenti relativamente contenuti a vantaggio del cliente realizzando vetture concrete che offrano tutto quello che sia realmente necessario anche alla luce delle nuove tecnologie digitali e rispettose dell’ambiente ma senza tutti quegli “orpelli” che appesantiscono sia la massa delle auto sia, ovviamente, i loro listini.
In sostanza su un’auto meno pesante occorrono motori meno grossi e potenti, e potenzialmente più assetati e inquinanti, pur garantendo medesime prestazioni di modelli più infarciti da mille diavolerie che spesso possono risultare attraenti ma contemporaneamente più pesanti e costosi. E’ un modo di intendere le auto con lucida concretezza che può piacere non poco a chi cerchi in queste ultime il loro servizio essenziale senza ridondanti dotazioni non sempre indispensabili. C’è un che di snob in questa filosofia che potrebbe piacere molto a una fascia di utenza che si sta progressivamente allargando.
Sotto la guida di Luca De Meo, Dacia ha rivoluzionato la propria immagine a partire dal logo del brand che ora è molto più stilizzato, moderno ed essenziale che in passato e persino gli showroom del marchio stanno subendo un cambiamento notevole con l’obiettivo di essere sempre più ecosostenibili persino negli arredi con ampio utilizzo di materiali riciclati e rinnovabili e uno stile rigoroso ma non privo di eleganza.
I fatti sembrano proprio dare ragione a questa “nouvelle vague” di Dacia perché i risultati commerciali sono a dir poco incoraggianti, soprattutto nel settore dei clienti privati, come ha sottolineato Guido Tocci, Managing Director Dacia Italia, durante la conferenza stampa svoltasi presso la concessionaria Paglini di Castellanza (VA), primo dealer italiano a completare il passaggio alla nuova visual identity, sia all’esterno sia all’interno: “Con le performance record del 2022, Dacia afferma la sua maturità nel mercato italiano. Al di là dei risultati, più che positivi, i clienti oggi riconoscono il nostro valore ed apprezzano il nostro approccio semplice e trasparente, oltre alla nostra offerta di vetture moderne che rispondono alle reali esigenze di chi entra nelle nostre concessionarie. Sandero, vettura intelligente ed essenziale, non smette di darci soddisfazioni e guadagna il titolo di auto straniera più venduta in assoluto nel mercato auto. Il 2023 parte con la marcia giusta, abbiamo lanciato la motorizzazione HYBRID 140 su Jogger, potenziato il motore di Spring che oggi si presenta con la motorizzazione ELECTRIC 65 e progressivamente stiamo lavorando per completare il passaggio alla nuova visual identity nelle concessionarie Dacia di tutta Italia. Un look rinnovato che rafforzerà la nostra immagine esterna e, allo stesso tempo, rifletterà l’ingegnosità tipica di Dacia all’interno, grazie alle innovative soluzioni eco-sostenibili pensate per gli arredi”.
Alcuni numeri testimoniano perfettamente questa tendenza. In Italia con un mercato che cala del 10% Dacia ha chiuso il 2022 con un notevole +9% attestandosi al 5,1 di quota di mercato e al sesto posto fra i Costruttori. Ma non solo: la Sandero, la compatta del segmento B è stabilmente il modello straniero più venduto nel nostro Paese con quasi 34.000 immatricolazioni. Grande successo hanno avuto anche le proposte bifuel di Dacia visto che la motorizzazione ECO-G100 con 44.699 unità vendute occupa oltre il 36% del mercato GPL nazionale e conquista il 70% circa dei clienti Dacia. Anche la Springer si impone nel segmento delle compatte elettriche e, dalla fine dell’anno appena concluso, è disponibile anche la versione ibrida plug-in della Jogger, apripista della diffusione di questa motorizzazione anche sugli altri modelli della Casa. Nel 2024 debutterà una Duster completamente nuova per proseguire una storia di grande successo per la compatta SUV di Dacia alla quale subito dopo verrà affiancata anche la “Bigster”, un SUV di maggiori dimensioni. Insomma, in una generale situazione di musi lunghi e gravi difficoltà, in casa Dacia si respira viceversa un’atmosfera di notevole fiducia perché, alla luce dei numeri e dei fatti, sembra proprio che la concretezza sia un valore vincente.
Maurizio Toma