Mix di emozioni contrastanti per il Team Audi Sport nella prima metà della Dakar 2023: a due vittorie di tappa e ai primi tre giorni di leadership da parte di Audi RS Q e-tron E2 hanno fatto seguito severe battute d’arresto per tutti e tre gli equipaggi dei quattro anelli. Mattias Ekström/Emil Bergkvist erano in testa dopo il prologo, mentre Carlos Sainz/Lucas Cruz hanno condotto il rally raid più difficile al mondo nei due giorni successivi. Imprevisti e incidenti nel corso delle tappe più dure hanno sensibilmente rallentato gli alfieri Audi. Stéphane Peterhansel/Edouard Boulanger, in seconda posizione assoluta dopo la quarta prova speciale, sono stati costretti al ritiro a causa di un atterraggio particolarmente violento da una duna.
La Dakar 2023, il rally raid più impegnativo al mondo, è riuscita ancora una volta a sorprendere i concorrenti con le straordinarie difficoltà del percorso, causando repentini cambiamenti in classifica. Le piste pietrose immediatamente successive al prologo hanno provocato ben 14 forature in quattro tappe per i tre esemplari di Audi RS Q e-tron E2. I tratti ad alta velocità disseminati di erba di cammello, caratteristici della quinta tappa, hanno portato al limite le sospensioni e la scocca delle vetture, oltre al fisico di piloti e navigatori. Altrettanto ostica, la pioggia battente non solo ha alterato il terreno, indurendo la sabbia in modo inaspettato, ma ha anche costretto a frequenti modifiche del percorso e del programma di gara.
Arabia Saudita amara per Stéphane Peterhansel, soprannominato “Mister Dakar” grazie alle 14 vittorie assolute, atterrato da una duna con estrema violenza nel corso della sesta tappa. Episodio in seguito al quale il navigatore Edouard Boulanger ha accusato forti dolori alla schiena ed è stato elitrasportato in ospedale, dove i medici hanno diagnosticato una lesione vertebrale. Audi è intervenuta perché Boulanger venisse prontamente trasferito in Germania. Carlos Sainz/Lucas Cruz hanno divelto la ruota anteriore sinistra atterrando dalla medesima duna. La riparazione, lunga e complessa, ha comportato oltre 18 ore di ritardo, relegando nelle retrovie i tre volte vincitori della Dakar. Il giorno seguente, Sainz si è fermato in prova per aiutare il compagno di squadra Ekström, anch’esso afflitto da un danno a una sospensione, perdendo ulteriore terreno. Prima del giorno di riposo, l’equipaggio spagnolo occupa la 116esima posizione in classifica generale.
Mattias Ekström/Emil Bergkvist hanno perso 15 minuti nelle prime fasi di gara a causa di un waypoint mancato. Dopo la sesta tappa, anomalie all’impianto elettrico, in special modo il malfunzionamento di un sensore, hanno indotto il team a sostituire in via precauzionale la batteria ad alto voltaggio della vettura dell’equipaggio svedese. Quindi una pietra nascosta dalla sabbia ha provocato la rottura della sospensione posteriore sinistra nel corso della settima tappa e il danneggiamento del sistema di raffreddamento. Mattias Ekström/Emil Bergkvist occupano la 39esima posizione in classifica assoluta.
“Ovviamente non è la Dakar che avevamo auspicato”, afferma Rolf Michl. “Tuttavia, con nove podi in oltre 3.000 chilometri di gara, abbiamo dimostrato la competitività di Audi RS Q e-tron e del suo innovativo concept tecnico. Il nostro obiettivo, ora, è conquistare le singole tappe”. Uwe Breuling, Responsabile Veicoli Speciali Audi Sport, aggiunge: “Anche se le battute d’arresto hanno costituito una doccia fredda, all’interno del team nessuno si è scoraggiato. Audi Sport continua a lavorare al fianco di Q Motorsport per preparare ogni giorno le vetture in modo ottimale, raccogliere dati, sviluppare ulteriormente il prototipo elettrico con range extender e portare a termine la Dakar”.
Sven Quandt, patron del team Q Motorsport che gestisce in gara i tre esemplari di Audi RS Q e-tron E2, riassume la situazione: “Questa edizione della Dakar si sta rivelando tra le più impegnative dell’epoca moderna. Quando equipaggi esperti come Stéphane Peterhansel/Edouard Boulanger e Carlos Sainz/Lucas Cruz incorrono in tali battute d’arresto, è evidente che il livello di difficoltà si colloca ben oltre la media dei rally raid. E infatti non siamo stati gli unici a incappare in cocenti delusioni. Giorno dopo giorno, le posizioni in classifica sono radicalmente cambiate. Ora dobbiamo restare concentrati perché ci aspettano alcune tappe nell’Empty Quarter, il più grande deserto di sabbia del mondo, per ulteriori 1.300 chilometri di prove speciali”.