“Il mio casco? L’ho disegnato io. Pulito, di un blu semplice. La striscia bianca rappresenta per me una strada…”. Patrick Tambay “Un collaudatore preciso, instancabile. Redditizio, vincente. Un Reutemann parigino. Dopo la morte di Villeneuve non ebbi esitazioni a chiamare Tambay. Sarebbe dovuto arrivare da noi già nel 1978 ma situazioni contingenti fecero sfumare l’accordo…”. Sono le parole che Enzo Ferrari, nel libro Piloti che Gente, dedica a Patrick Tambay, che ci ha lasciato purtroppo dopo una lunga malattia. Non importa se hai vinto tante o poche gare (nel caso di Patrick sono due, Germania 82 e Imola 83).
Ci sono immagini e momenti della Formula 1 che valgono più di qualsiasi Mondiale o serie di Mondiali vinti. Che ti consegnano alla storia. Che prendono un posto nel cuore degli appassionati e che ti renderanno per sempre immortale, per sempre vivo come negli attimi in cui si svolgevano. Non puoi invecchiare. Sarai sempre quello lì. Aveva visto bene il Drake a richiamare Tambay per portare sulle spalle la ripartenza della Scuderia dopo la tragedia di Gilles. Nel 1982 il francese sfiorò il Titolo mondiale nonostante il suo arrivo tardivo alla Rossa ovviamente dopo i fatti di Zolder. Ma le istantanee nel cuore che ricorderemo per sempre sono quelle di Imola 1983.
Una bandierina canadese e “Tambay ridacci Gilles” erano impresse sull’asfalto di Imola proprio davanti la piazzola di partenza di Patrick. Impensabile oggi. Quella piazzola che era stata di Gilles l’anno precedente. Andare a vincere un GP che sembrava sfuggire se non fosse stato per l’errore che fece il nostro Patrese sulla Brabham BT52 alle Acque Minerali a pochi giri dal termine (Rombo all’epoca scrisse che erano in 100mila contro Riccardo). Puntare a braccia alzate dopo il traguardo la scarlatta Ferrari numero 27 (la più bella di sempre per chi scrive) proprio verso quella scritta. Non importa quanti Mondiali hai vinto se hai saputo regalare certe emozioni.
Nel 2023 saranno 40 anni da quella vittoria e gli attestati di stima e i ricordi che scorrono a fiumi in queste ore in memoria di Tambay dimostrano proprio questo: che gli appassionati hanno bisogno di eroi. Di uomini che emozionano e che sappiano trasmettere gioia dentro alle domeniche pomeriggio. Ensign, McLaren, Ligier, Ferrari, Renault, Lola Beatrice. Ne ha percorsa di strada in F1 Tambay, quella strada che portava sul casco, quella strada che lo ha portato dritto nel cuore degli appassionati di motori e che lo ricorderanno per sempre a bordo di quella Rossa scarlatta numero 27 a braccia alzate. E ora in suo onore, alziamo il volume e montiamo in macchina con lui.
Riccardo Turcato