Per la nona volta consecutiva il Mondiale di Formula 1 si conclude negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi. L’anno scorso il Yas Marina Circuit cambiò conformazione, perdendo 5 curve rispetto alla versione precedente e ciò, unito alla minor lunghezza del tracciato, permise un crollo dei tempi sul giro in qualifica di 12 secondi. Secondo i tecnici Brembo, il Yas Marina Circuit rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, principalmente per la difficoltà di smaltimento termico sia nel secondo sia nell’ultimo terzo della pista di Abu Dhabi.
In Formula 1 i dischi in carbonio si utilizzano dagli anni 80 e in seguito si sono diffusi anche nelle altre competizioni motoristiche. Nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni anche ai 1.000°C a cui arrivano i dischi Brembo di F1. La densità del carbonio è di 1,7 grammi al centimetro cubo, a differenza dei 7,8 grammi dell’acciaio e dei 7,3 grammi della ghisa grigia. Il suo coefficiente di espansione termica è un quindicesimo dell’acciaio e un undicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e dei 1.800°C dell’acciaio.
I dischi in carbonio risultano inadeguati all’utilizzo su strada perché l’impianto frenante non raggiunge le temperature minime di esercizio di cui ha bisogno questo materiale, ma anche per l’elevato consumo non compatibile con l’uso quotidiano. Diversi dei loro benefici sono offerti dai dischi in carbonio-ceramico di cui Brembo, attraverso Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes, una joint venture con SGL Group, è il principale produttore mondiale. In media i dischi in carbonio-ceramico consentono un risparmio di peso di 5-6 kg rispetto a un disco tradizionale in ghisa. Inoltre la loro durata può arrivare, a seconda del tipo di guida, a essere addirittura pari alla vita della vettura su cui sono montati. Ma soprattutto il carbonio ceramico assicura una riduzione di circa 3 metri dello spazio di frenata da 100 km/h a 0 km/h rispetto a un disco tradizionale. Scopri tutti i benefici dei dischi in carbonio-ceramico.
Al Yas Marina Circuit le monoposto di F1 utilizzano i freni 6 volte al giro, ma solo in occasione delle curve 5 e 6 sono necessari per due staccate consecutive. Ogni giro i piloti impiegano i freni per circa 10,7 secondi, equivalenti al 13 per cento della durata della gara. In 5 delle 6 frenate l’impianto è in funzione per più di un secondo ma meno di due. In tutte le frenate la decelerazione è di almeno 4,5 g con punte superiori ai 5 g in metà di esse, compresa la curva 5: per perdere 180 km/h i piloti esercitano un carico di 168 kg sul pedale del freno e subiscono 5,3 g di decelerazione. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul freno di quasi 54 tonnellate.
Delle 6 frenate del GP di Abu Dhabi quattro sono considerate altamente impegnative per i freni e le altre due sono di media difficoltà. Preceduta da un rettilineo di quasi 1,2 km, la frenata più dura è quella alla curva 6: le monoposto vi arrivano a 322 km/h e rallentano per 2,63 secondi fino a scendere a 74 km/h. Ci riescono in 120 metri grazie ad una decelerazione di 5,4 g.