Cento anni vanno celebrati e oggi, sabato 3 settembre, è stato il giorno dei festeggiamenti del centenario dell’Autodromo Nazionale Monza, che entra ufficialmente nel suo nuovo secolo di vita. Esattamente un secolo fa, infatti, si svolgeva la prima competizione all’interno del nuovissimo impianto: dal 3 settembre 1922, su impulso dell’Automobile Club Milano, il motorsport italiano ha trovato la sua casa nel Tempio della Velocità.
Cento anni dopo autorità e addetti ai lavori (un vero peccato che all’evento non abbia potuto assistere il pubblico) si sono ritrovati sul rettilineo per festeggiarne la storica ricorrenza e la sua immutata proiezione nel futuro. Innovatore già dalle origini – fu infatti il terzo impianto fisso costruito al mondo – l’Autodromo ha mantenuto intatte tutte le sue caratteristiche, proiettandosi oggi nel futuro come ha sottolineato nel suo intervento il presidente ACI Angelo Sticchi Damiani: “È straordinario l’orgoglio con cui festeggiamo i primi 100 anni dell’Autodromo di Monza. Cento anni da protagonista del motorsport mondiale e simbolo dell’automobilismo italiano, della sua capacità e della sua competitività. Il circuito di Monza non è solo un tracciato di asfalto, è la vita, la storia, l’epopea di tantissimi uomini e donne che sfidandosi su di esso, come piloti, costruttori, progettisti, tecnici, meccanici, hanno alimentato la nostra passione e contribuito al progresso tecnologico delle nostre automobili. Con queste celebrazioni rendiamo omaggio a tutto questo e lanciamo l’Autodromo di Monza verso i prossimi altrettanto straordinari 100 anni”.
L’Autodromo come ponte sospeso fra passato, presente (non del tutto roseo, pensando alle questioni legali che a una settimana dal GP hanno bloccato la Fanzone, voluta da Formula One durante i weekend di gara e di cui il presidente Sticchi Damiani ha detto: “E’ importante per la nuova F1, per divertire e anche far defluire meglio il pubblico. Ho fiducia nelle istituzioni“. Ma il no della magistratura riguarda anche alcune tribune e ci si chiede cosa succederà a chi ha comprato i biglietti in quei posti) e soprattutto futuro, che lo vedrà sempre più protagonista nel mondo dei motori e sul proprio territorio.
Una celebrazione che ha avuto inizio in mattinata con cinque atleti (quattro uomini e una donna) del reparto attività sportive di paracadutismo dell’Esercito Italiano che si sono lanciati da un elicottero portando sul rettilineo le bandiere di Monza 100, dell’ACI e il Tricolore.
Un gesto altamente simbolico come sottolineato da Giuseppe Redaelli, Presidente Autodromo Nazionale Monza: “Abbiamo organizzato un evento per festeggiare i cento anni dell’Autodromo Nazionale Monza, dando risalto a due anime che convivono nel circuito: la storia e la passione. La cerimonia si è svolta sul rettifilo dove hanno sfrecciato e continueranno a correre i più grandi campioni del motorsport internazionale. I paracadutisti dell’Esercito Italiano hanno consegnato tre bandiere che rappresentano la tradizione e la propensione al futuro. Il 3 settembre non è infatti un traguardo ma un punto di partenza verso un avvenire ancora più ricco di attività in cui l’Autodromo non solo rimarrà il tempio dello sport ma sarà anche quello dell’innovazione, con la capacità che sempre ha avuto di guardare con lungimiranza al futuro. Saranno proprio i tifosi di domani a scoprire quanto fatto in questi primi cento anni attraverso una capsula del tempo fisica che custodiremo in Autodromo e una virtuale aperta a tutti quanti vorranno contribuire con i propri ricordi. Voglio immaginare che anche nel 2122, quando saranno festeggiati due secoli di vita del Tempio della Velocità, probabilmente in altre forme, ci saranno altri appassionati come noi che prenderanno il testimone dal passato e lo traghetteranno nel futuro”.
Dopo i paracadutisti, sul rettilineo è arrivata la banda musicale della Guardia di Finanza, che ha suonato l’inno nazionale, prima del passaggio sopra le nostre teste dell’elicottero – vi assicuriamo non meno emozionante delle Frecce Tricolori! Le celebrazioni sono proseguite poi con una conferenza condotta da Carlo Cavicchi, un giornalista che non ha bisogno di presentazioni. Un racconto aperto da remoto dal Vice Ministro del MISE, senatore Gilberto Pichetto Fratin e poi proseguito mostrando in un video le future implementazioni dell’autodromo. Una conduzione a due voci con il Presidente ACI, che con Cavicchi ha ricordato aneddoti e storie dei 100 anni dell’autodromo, in cui sono state presentate anche le iniziative previste per i 100 anni.
Fra le principali, una moneta celebrativa dall’alto valore simbolico, il cui calco è stato donato al presidente Sticchi, presentata dal professor Antonio Palma, Presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. E’ stato poi presentato un francobollo commemorativo dedicato al Centenario con il relativo annullo filatelico effettuato da Giovanni Accusani in rappresentanza di Poste Italiane. Non potevano mancare i rappresentanti del territorio, con i saluti del presidente di ACI Milano Geronimo La Russa, dell’assessore regionale Fabrizio Sala e del sindaco di Monza Paolo Pilotto, a sottolineare il legame indissolubile fra il circuito e il territorio.
Adesso tocca a ciascuno di noi mettere un nostro ricordo nella capsula del tempo, in quella reale o virtuale sul web: fra 100 anni le emozioni di oggi lì custodite torneranno alla luce per svelare, ai nostri posteri, cosa è stato e cosa è l’Autodromo Nazionale Monza. C’è ancora un anno per lasciare un nostro pensiero, un’emozione legati al circuito sulla capsula del tempo virtuale che troverete sul sito www.monzacento.it . Una bella mattinata, in cui abbiamo provato l’orgoglio di vivere un evento storico (perché difficile che ci saremo nel 2122…), in cui secondo noi è mancata solo – si fa per dire – una cosa: varcare i cancelli dell’Autodromo Nazionale Monza per chi scrive è ogni volta un’emozione, stare in mezzo a quel rettilineo toglie il fiato. Ma, a parte il rombo dell’elicottero e la banda, troppo silenzio. Mancava la colonna sonora dell’Autodromo, mancavano le urla, gli applausi, le voci, i colori degli appassionati. Loro sono la vita di questo impianto storico, generazioni che si sono succedute sulle tribune, tramandando la passione di generazione in generazione, dal 1922. Con il pubblico sulle tribune le emozioni sarebbero state ancora più forti… i racconti di Cavicchi e Sticchi Damiani avrebbero sicuramente affascinato i più giovani e risvegliato ricordi nei “diversamente giovani”. Se l’Autodromo vuole davvero avere un futuro luminoso e di successo deve puntare tutto sul pubblico, sugli appassionati, far innamorare i bambini e le bambine della magia e della tecnologia delle corse. Altrimenti tra cento anni a nessuno interesserà aprire una capsula del tempo che qualcuno scambierà per un’urna cineraria impolverata e dimenticata in qualche magazzino. Magari al posto dell’Autodromo ci sarà un inimmaginabile mega complesso residenziale che quelli di oggi negli Emirati fanno ridere e tutti noi avremo fallito. Quanto ci piacerebbe esserci per vedere come sarà…
Barbara Premoli