Max Verstappen vince il GP di Francia, settimo successo stagionale, effettuando un solo pitstop, passando dalle Medium alle Hard al 16° giro, un paio di run prima dell’ingresso della Safety Car, causata dall’uscita di pista di Leclerc. La maggioranza dei piloti ha approfittato dell’opportunità della presenza della SC per effettuare una sosta, per quasi tutti da Medium ad Hard, considerando che solo tre monoposto si erano presentate in griglia con le Hard. E proprio Carlos Sainz, uno dei tre su Hard, partito dalla 19° posizione per la penalità dovuta al cambio del motore, è riuscito a risalire fino al quinto posto, mettendo le Medium durante la SC e ancora le Medium a 11 giri dalla fine, uno dei pochi a effettuare due soste in gara. Le condizioni climatiche sono state caldissime come previsto, con un picco massimo di temperatura asfalto a 57°C.
COME SI SONO COMPORTATI I PNEUMATICI
- HARD C2: la mescola chiave di questa gara, ha offerto sia durabilità sia prestazioni. Verstappen ha completato lo stint più lungo su 36 giri ed è interessante notare come non fossero stati effettuati long run da nessun team nelle giornate precedenti.
- MEDIUM C3: la scelta più popolare per iniziare la gara, ha mostrato un livello di degrado meno elevato delle aspettative e un ottimo equilibrio in queste condizioni impegnative, in particolare nelle mani di Sainz, che ha fatto uno stint intermedio di 24 giri che lo ha portato a contendersi il podio dalle retrovie. Sainz ha anche ottenuto il giro più veloce su questa mescola.
- SOFT C4: protagonista in qualifica ma non utilizzata in gara, l’elevato degrado l’ha resa incompatibile con una strategia a una sola sosta.
MARIO ISOLA, DIRETTORE MOTORSPORT: “In condizioni climatiche così estreme, con un picco massimo che sull’asfalto ha raggiunto i 57°C era lecito pensare che la strategia a due soste fosse la più efficace. Alla fine, però, si è verificato quanto inizialmente previsto, una sosta sola, da subito indicata come la più veloce, grazie alla tenuta di entrambe le mescole, Hard e Medium. Il degrado, elevato, ben gestito dai piloti in pista, è stato in linea con le aspettative, così come in alcuni casi il blistering non ha compromesso né la performance né l’aderenza delle gomme, garantendo un’altra gara imprevedibile ed eccitante.”