Per la quarta edizione consecutiva il GP di Francia si disputa al Circuit Paul Ricard di Le Castellet. Secondo i tecnici Brembo il tracciato transalpino rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 2, il più basso della stagione a pari merito con Silverstone. Si tratta di una pista molto tecnica, da medio carico aerodinamico con curvoni velocissimi come la Signes (curva 10) che viene affrontata in pieno e altre molto lente come la Camp (curva 5) e la Pont (curva 15). Partire davanti è fondamentale, basti pensare che nelle ultime tre edizioni il poleman ha sempre vinto.
Il carbonio Brembo non fonde a 3.000°C
In Formula 1 i dischi in carbonio si utilizzano dagli anni Ottanta e in seguito si sono diffusi anche nelle altre competizioni motoristiche. Nessun altro elemento offre, infatti, quella combinazione di leggerezza, elevata conducibilità termica e assenza di dilatazioni anche ai 1.000°C a cui arrivano i dischi Brembo di F1. La densità del carbonio è di 1,7 grammi al centimetro cubo, a differenza dei 7,8 grammi dell’acciaio e dei 7,3 grammi della ghisa grigia. Il suo coefficiente di espansione termica è un quindicesimo dell’acciaio e un undicesimo della ghisa. Il punto di fusione del carbonio è superiore ai 3.000°C a fronte dei 1.200°C della ghisa e dei 1.800°C dell’acciaio.
I dischi in carbonio risultano inadeguati all’utilizzo su strada perché l’impianto frenante non raggiunge le temperature minime di esercizio di cui ha bisogno questo materiale, ma anche per l’elevato consumo non compatibile con l’uso quotidiano. Diversi dei loro benefici sono offerti dai dischi in carbonio-ceramico di cui Brembo, attraverso Brembo SGL Carbon Ceramic Brakes, una joint venture con SGL Group, è il principale produttore mondiale. In media i dischi in carbonio-ceramico consentono un risparmio di peso di 5-6 kg rispetto a un disco tradizionale in ghisa. Inoltre la loro durata può arrivare, a seconda del tipo di guida, ad essere addirittura pari alla vita della vettura su cui sono montati. Ma soprattutto il carbonio ceramico assicura una riduzione di circa 3 metri dello spazio di frenata da 100 km/h a 0 km/h rispetto a un disco tradizionale. Scopri tutti i benefici dei dischi in carbonio-ceramico.
Al Circuit Paul Ricard le monoposto F1 utilizzano i freni 10 volte al giro, ma solo per un massimo di tre curve consecutive, la sequenza 3-4-5. Ogni giro i piloti impiegano i freni per oltre 16 secondi, equivalenti al 17 per cento della durata della gara. Solo in una delle 10 frenate il tempo di utilizzo dell’impianto frenante è inferiore al secondo. In 5 staccate la velocità viene ridotta per oltre 100 km/h ma solo in un caso per più di 140 km/h. Sono invece 3 le frenate con decelerazioni di almeno 4 g, tutte poste nella prima metà della pista. Dalla curva 9 in avanti il carico sul pedale non raggiunge mai i 100 kg. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul freno di 50 tonnellate e mezza.
Delle 10 frenate del GP Francia 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le 7 restanti sono light. La staccata più impegnativa è quella alla curva 8, la chicane che taglia in due il rettilineo da 1,8 km del Mistral: le monoposto vi arrivano a 319 km/h e frenano per 2,12 secondi durante i quali coprono 116 metri per affrontarla a 135 km/h. I piloti devono esercitare un carico di 141 kg e sono soggetti ad una decelerazione di 4,7 g. Leggermente inferiori sono i dati della curva 1: la decelerazione è di 4,6 g e la potenza frenante di 2.495 kW. La curva 14 fa invece segnare il maggior spazio di frenata, 120 metri, e il secondo tempo di frenata, 2,19 secondi.