A colloquio con il Team Principal & Managing Director della Scuderia Ferrari Mattia Binotto il giorno dopo il discusso GP di Gran Bretagna, vinto da Carlos Sainz, con Charles Leclerc quarto ai piedi del podio, alle spalle di Sergio Perez e Lewis Hamiton.
Mattia, come hai dormito stanotte?
Siamo tornati a casa molto tardi per colpa del ritardo nella ripartenza della gara, quindi non sono riuscito a dormire un granché ma stamattina mi sono svegliato contento. Una vittoria della Ferrari in uno dei circuiti più iconici del calendario è davvero qualcosa di speciale.
Domenica mattina avete festeggiato il 150° Gran Premio di Carlos, che nel pomeriggio ha ottenuto la sua prima vittoria in F1. Oggi, a un giorno di distanza, come giudichi la sua performance a Silverstone?
Il mio giudizio su Carlos non è cambiato da ieri. Sono soddisfatto della sua performance, non solo in gara ma di tutto il weekend. Sta migliorando costantemente la sua confidenza con la macchina e la capacità di gestione, anche in condizioni difficili. La prima vittoria era solo questione di tempo, lo sapevamo dall’inizio. Vederlo salire sul gradino più alto del podio è stato non solo fantastico per lui, ma anche per tutta la squadra.
Charles si è detto felice per Carlos e ha festeggiato la vittoria insieme a tutta la squadra, ma era evidente la sua delusione. Riesci a metterti nei suoi panni?
Capisco perfettamente che fosse deluso. È naturale sentirsi così quando si è al comando della gara fino a pochi giri dal traguardo senza riuscire a portare a casa la vittoria. Aggiungo che la delusione di Charles è anche la nostra: si vince e si perde insieme. Nessuno può dirsi soddisfatto del suo risultato, perché ieri Charles ha guidato in maniera straordinaria e ha dimostrato per l’ennesima volta il suo eccezionale talento come pilota. Si meritava senz’altro la vittoria, e non ci fosse stata la safety car l’avrebbe conquistata.
Dopo la gara molte domande che sono emerse hanno portato ad alcune percezioni errate. Perché Ferrari non ha chiesto prima a Carlos di cedere la sua posizione a Charles nel primo stint?
Per un motivo molto semplice: in quel momento non era necessario farlo e c’era ancora molto tempo per prendere quella decisione. Per noi la priorità continua a essere massimizzare il risultato di squadra. Gli ordini di scuderia arrivano solo quando questo è a repentaglio. È successo durante il secondo stint, quando abbiamo chiesto a Carlos di cedere la posizione perché non era abbastanza veloce e i nostri avversari ci stavano per raggiungere.
Anche la gestione durante la safety car ha generato diverse critiche: perché è stato fermato Carlos ma non Charles?
In una situazione simile il buon senso dice di dare priorità a chi sta davanti perché non perda posizioni in pista. Non c’è niente di strano nella nostra strategia. La priorità era come sempre chi sta davanti, in questo caso Charles. Aveva gomme più fresche, se lo avessimo fermato i nostri avversari avrebbero optato per una strategia opposta e avrebbero guadagnato posizioni, avendo peraltro delle gomme quasi nuove. È la stessa strategia utilizzata per Lewis Hamilton nella gara di Abu Dhabi lo scorso anno: non è rientrato ai box. Al contempo, con Carlos abbiamo optato per una strategia opposta in modo da non perdere nessuna possibilità. Se non l’avessimo fatto, mettendo entrambi i piloti sulla medesima strategia, avremmo rischiato di perdere la gara consegnando letteralmente la vittoria ai nostri avversari.
Perché Carlos non ha accettato di dare a Charles dieci macchine di distanza alla ripartenza dopo la safety car? Ha ignorato gli ordini della squadra?
Assolutamente no. Carlos non ha ignorato le indicazioni della squadra, ci ha chiarito che doveva proteggersi dai nostri avversari, e in questo modo stava anche proteggendo il nostro vantaggio. Eravamo tutti allineati su questo. Mi rendo conto che senza avere un quadro complete della situazione, si possa avere la sensazione che Carlos non sia un team player. Pensiamo però che pochi giri prima aveva ceduto la sua posizione senza alcuna esitazione o lamentela, dimostrando chiaramente che per lui la squadra viene prima di tutto.
Adesso cosa vi aspetta?
Ci aspettano altre tre domeniche molto impegnative prima della pausa estiva, e come abbiamo visto a Silverstone quest’anno ogni gara è del tutto imprevedibile. Dovremo assicurarci di scendere in pista con macchine pronte per affrontare questa sfida, e con una squadra forte e unita.