40 anni. 40, solo un numero. Gilles. La mancanza e il vuoto sono certamente incolmabili perché si portano sempre dietro le pesanti domande su cosa sarebbe successo, come sarebbe andata se… Ma, come diceva Bruce McLaren, la vita va considerata per quello che si è ottenuto, non solo in anni che passano. E Gilles Villeneuve nella sua, purtroppo breve, vita ci ha lasciato molto. Così tanto che 40 anni dalla sua morte sembrano ore, anzi, lo abbiamo sempre vivo nei nostri pensieri.
Sembra ieri che all’abbassare della visiera di quel casco arancione si sapeva che da lì in poi avrebbe dato tutto. Per chi guardava in presa diretta e per i posteri. Gilles abbraccia tutti. È impossibile non avere un brivido quando si vede un video, una foto, si legge un’intervista dell’aviatore canadese. Gilles ci ha insegnato soprattutto cosa sia e cosa dovrebbe essere la F1. La F1 è Digione 79,ma anche Jarama 81. È la lotta a suon di sorpassi e staccate. Ma è anche una difesa della posizione in pista. Sì, perché se in un gran premio tu sei bravo e hai le palle per superare, superi, se invece un giorno hai la macchina più larga che lunga e con maestria ti tieni tutti dietro e difendi la tua posizione, è giusto che tu stia davanti a difendere quello per cui stai rischiando la vita e la gloria. È inutile che ci si riempia sempre la bocca con Digione 79 se poi siamo arrivati ai finti sorpassi col DRS. I sorpassi di Gilles erano veri. Come vere erano le sue difese. Era la vita, senza scorciatoie. Le scorciatoie a Gilles non sarebbero piaciute. Ecco perché lo sentiamo ancora così vivo dopo 40 anni. Vedo Gilles e penso a questo. Vorrei che la F1 fosse Villeneuve. Un giorno Digione 79, un altro Jarama 81.
Riccardo Turcato
Charles Leclerc takes a very special car for a run on the 40th anniversary of the passing of F1 icon Gilles Villeneuve #SalutGilles @ScuderiaFerrari
— Formula 1 (@F1) May 8, 2022