Ha fatto bene Charles Leclerc a Imola a provare a forzare per prendere il punto del giro veloce e cercare di passare Perez o doveva accontentarsi? Chi scrive queste righe, durante la diretta su Twitter ha espresso l’opinione che a volte quando una gara ti dà un terzo posto, andrebbe preso quel terzo posto che la gara ti sta dando. Un caro amico mi ha scritto un messaggio dicendomi che però, più dei terzi o quarti posti mondiali di un Prost o Lauda, si ricordano le imprese dell’aviatore Gilles. Il che, visto nell’ottica dei pochi momenti di godimento puro della F1 moderna, è sicuramente vero ma, nell’ottica del Mondiale da riportare a Maranello, quel cordolo preso troppo di foga da Leclerc che l’ha fatto girare alla chicane Gresini, lascia l’amaro in bocca.
Fosse stato lo scorso anno nessuno avrebbe avuto da ridire nulla. Ma quest’anno c’è una monoposto che ha potenziale da Mondiale, quindi ogni punto possibile va preso e portato in cascina. Anche un terzo posto. Perché la Red Bull venderà cara la pelle. Perché già si era perso Sainz a inizio gara. Gilles era Gilles e nella sua carriera ha avuto solo nel 1979 la monoposto da Mondiale ma, appunto, era Gilles, e non serve scomodarlo. Nessuno può essere assimilato a lui, sarebbe uno slogan non veritiero acchiappa click. Di febbre ce n’è stata una sola. Nessuna croce addosso a Leclerc, ci mancherebbe. Da inizio anno guida benissimo. Il Campionato è lungo, ma col sesto posto finale gli è andata di lusso, visto che domenica sera ci poteva essere uno zero nella casella dei punti.
Riccardo Turcato