La Haas rifiuta di restituire 13 milioni di dollari allo sponsor russo Uralkali. “Capisco che fossero sotto pressione e fosse impossibile non rompere il contratto con Nikita“, ha detto il giornalista russo Alexey Popov, “ma dopo aver collaborato per un anno, nel 2021 sono sopravvissuti e quest’anno hanno costruito una buona macchina grazie ai soldi della Uralkali. Quindi potevano comportarsi in modo diverso. Sono totalmente scioccato dalle ultime voci. Ricordatevi cosa hanno fatto i Mazepin per il nuovo telaio e hanno pagato più del contratto di sponsorizzazione per costruirlo. Ho sentito che dipendenti Haas volevano andarsene perché i loro stipendi erano troppo bassi e Dmitry Mazepin li ha pagati personalmente per farli restare. E adesso non è solo ‘abbiamo preso i soldi e non li restituiamo’, ma anche ‘dovete darci soldi extra anche se il vostro pilota non è più in macchina‘”.
Nella disputa finanziaria ha detto la sua anche Nikita Mazepin, citato personalmente nelle sanzioni contro la Russia e Vladimir Putin: “Il grande problema è che in questo sport ai team è permesso non restituire i soldi agli sponsor, violando i termini del contratto e persino chiedendo di pagare di più. Allo stesso tempo continuano a dire che non vogliono soldi dalla Russia“. L’ex-manager di piloti russi di F1 Oksana Kosachenko dice che la posizione della Haas non è onesta: “Sono certa che uno studio legale serio adesso lavorerà per la Uralkali per correggere questa situazione“, ha detto a Sport-Express. Il 23enne Nikita Mazepin ha poi parlato del fatto di essere considerato tra gli amici intimi di Putin: “Penso che adesso tutti facciano parte di quel cerchio magico. Sembra che ogni uomo d’affari, atleta, artista abbia a che fare quotidianamente col Cremlino, cosa ovviamente non vera. Per quanto mi riguarda, non rinuncio alla F1, devo solo essere paziente e aspettare che le cose si sistemino. E non so con chi tornerò in F1 perché ovviamente il team Haas secondo me non ha avuto il comportamento migliore“.