Due ore e un quarto di qualifiche in un GP dell’Arabia Saudita che non vuole proprio passare inosservato. La pole, dopo 215 GP, di Sergio Perez, conquistata proprio alla fine, con un tempo di 1.28.200, quando davanti c’erano le Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, che sembravano avere in tasca saldamente la prima fila.
La prima pole di un pilota messicano, conquistata per soli 2 centesimi al termine di una sessione interrotta per più di un’ora dopo lo spaventoso incidente di Mick Schumacher durante il Q2 e che ha tenuto tutti col fiato sospeso finché non sono arrivate parole rassicuranti dal team e non l’abbiamo visto, prima che venisse portato in ospedale per dei controlli. Un miracolo, anche della tecnica, se si guardano la Haas spezzata in due e le immagini dello schianto contro il muro in quella che Adrian Newey ha definito la pista più pericolosa del Mondiale. Un’altra bandiera rossa nel Q1, quando Nicholas Latifi è finito a muro. Ma i riflettori nella prima eliminatoria sono stati puntati tutti sull’uscita di scena di Lewis Hamilton, 16°, su una Mercedes “che non sentivo“, e il compagno di squadra quarto. George Russell è riuscito a entrare in Q3, chiudendo 6°, dietro all’Alpine di Esteban Ocon. Un’altra sorpresa della serata al Jeddah Circuit, la Red Bull di Max Verstappen 4°, a 2 decimi dal compagno di squadra.
Quarta fila per l’Alpine di Fernando Alonso e l’Alfa Romeo di Valtteri Bottas, davanti all’AlphaTauri di Pierre Gasly e alla Haas di Kevin Magnussen. Doppia eliminazione in Q2 per la McLaren, con Lando Norris e Daniel Ricciardo 11° e 12°, seguiti da Guanyu Zhou e da Mick Schumacher, grazie al primo run in Q2 che gli vale il 14° tempo, davanti all’Aston Martin di Lance Stroll, artefice dell’eliminazione di Hamilton, che era riuscito faticosamente a raggiungere il 15° posto, scalzato poi dal canadese. Fuori in Q1 anche le Williams di Alex Albon e Latifi, in 17° e 19° posizione, divisi dall’Aston Martin di Nico Hulkenberg, mentre Yuki Tsunoda è stato costretto a fare da spettatore per un problema di carburante, che non gli ha permesso di fare un tempo.
Ma i protagonisti indiscussi di oggi – senza che nessuno si offenda – sono Checo Perez, che è la prova vivente che nella vita bisogna sempre crederci e che, conquistando la pole dopo 215 tentativi batte il record di Mark Webber che ne impiegò 133, e Mick Schumacher, che ci ha fatto perdere qualche anno di vita quando non arrivava la sua voce, come si è saputo poi solo per la radio distrutta nello schianto. E lui che non voleva nemmeno andare in ospedale per paura dell’elicottero, come ha detto il team boss Gunther Steiner! Non sappiamo che gara ci attende domani, ma se possibile chiederemmo qualche tensione in meno, perché il campionato è lungo e le coronarie ci servono.
Barbara Premoli