Alla vigilia del secondo appuntamento della stagione, il GP dell’Arabia Saudita, Xavi Marcos, race engineer della macchina #16 di Charles Leclerc, parla del circuito di Jeddah, dell’impegno dei piloti e di come vengono supportati durante la gara dal muretto.
La Formula 1 torna in Arabia Saudita a meno di tre mesi dall’esordio sulla Jeddah Corniche. Che cosa avete imparato dalla prima esperienza su questo circuito?
“Si tratta di un circuito indubbiamente complesso, fatto di ben 27 curve e molto lungo. Già lo scorso anno ci siamo resi conto di come la gestione del traffico in qualifica e dei doppiati in gara fosse un fattore chiave. È fondamentale dare quante più informazioni al pilota così che possa, fin dalle prove libere, trovare il ritmo e la confidenza necessaria per spingere tra i muretti. Per fare questo il pilota ha bisogno di girare con continuità e io, al pari del mio collega Riccardo Adami con Carlos, cerco di metterlo in condizione di centrare questo obiettivo”.
Una delle caratteristiche di questo circuito sono le curve cieche. Come Race Engineer come riuscite ad aiutare i piloti?
“Anche se in questa seconda edizione la visibilità in pista dovrebbe essere migliorata, la Jeddah Corniche resta comunque un circuito con molti punti ciechi. Uno dei nostri compiti è cercare di ridurre le limitazioni derivanti da questa peculiarità del tracciato: fin dalle prove libere cerchiamo di trovare le “finestre di traffico” ideali per mandare in pista i piloti lontano dalle altre vetture. Poi, come dicevo, chiamiamo continuamente i distacchi da chi si trova davanti e su chi, nei giri lenti in cui si ricarica la power unit, magari sta spingendo da dietro, così da evitare di dover abortire un giro lanciato o disturbare qualche altro concorrente. L’ulteriore aspetto su cui siamo particolarmente attenti qui a Gedda sono le situazioni di rischio in seguito a incidenti. Nonostante la segnaletica sul tracciato sia efficace, appena succede qualcosa avvertiamo immediatamente il pilota via radio per evitare che possa trovarsi in pericolo”.
Nella vittoria ottenuta pochi giorni fa in Bahrain quale è stato l’aspetto più difficile da affrontare per supportare Charles durante la gara?
“Nella gara di domenica scorsa l’aspetto più difficile da gestire è stato senza dubbio il consumo delle gomme: avendo pneumatici completamente nuovi – esordivano i Pirelli da 18” che hanno preso il posto del precedente modello da 13” – avevamo diverse incognite su come si sarebbero comportati in corsa. Per questo avevamo costantemente l’occhio sullo stato del battistrada e cercavamo di dare più informazioni possibili al pilota. Devo dire che Charles, che per me è un vero talento, negli ultimi anni è cresciuto in maniera evidente anche nella gestione delle gomme in gara e per questo la mia domenica è stata un po’ più semplice di quanto mi potessi aspettare”.