Ford Motor Company e DP World London Gateway hanno condotto una prova con un veicolo autonomo simulato, per dimostrare quanto possa essere utile questa tecnologia per coloro che gestiscono – e lavorano – nei grandi cantieri. L’iniziativa fa parte del programma di ricerca Ford sulla guida autonoma, progettato per aiutare le aziende a capire come i veicoli autonomi possano riuscire ad apportare benefici alle loro operazioni. Lanciato per la prima volta a giugno allo scopo di esplorare il potenziale impatto sui servizi dei corrieri e sulle consegne a domicilio, la sperimentazione di DP World era volta a testare come i destinatari riuscissero a gestire l’accesso ai veicoli di consegna a guida autonoma. L’intenzione alla base del programma pilota è quella di identificare nuove opportunità e modelli per le operazioni dei veicoli autonomi; in particolare capire come i processi esistenti e le interazioni umane possano funzionare insieme ai veicoli automatizzati. Ford ha testato la tecnologia di guida autonoma nelle principali città degli Stati Uniti in collaborazione con Argo AI. L’azienda prevede di investire circa 7 miliardi di dollari (6,02 miliardi di euro) in veicoli autonomi in 10 anni fino al 2025, 5 miliardi di dollari (4,3 miliardi di euro) dal 2021 in poi, come parte delle sue iniziative di mobilità.
DP World London Gateway – uno dei porti in più rapida crescita del Regno Unito – si trova a 40 km a est del centro di Londra e ha già accolto la tecnologia automatizzata come parte integrante delle sue operazioni come porto container. Per la sperimentazione, Ford ha usato un Transit appositamente adattato per imitare l’aspetto di un vero veicolo a guida autonoma con un autista nascosto all’interno di un Human Car Seat. I dipendenti presso l’edificio della reception dell’azienda hanno caricato i pacchi in armadietti sicuri nella parte posteriore del Transit. Poi, agli orari di consegna stabiliti, il Transit si è diretto verso la reception principale a 3,5 km di distanza in modo che i colleghi potessero recuperarli. In condizioni normali, il personale recupera i pacchi dalla reception in assoluta autonomia. Anche se richiedono tempo, questi viaggi non giustificano l’impiego di un autista a tempo pieno.
Ogni passo del processo è stato monitorato dai ricercatori che hanno anche condotto interviste con i partecipanti al progetto, prima, durante e dopo la prova. Da ciò è emerso che i dipendenti si sono rapidamente abituati a usare il furgone appositamente adattato. Alcuni hanno istruito in maniera proattiva i loro colleghi per il recupero dei loro pacchi, mentre altri sono stati intraprendenti nel superare le difficoltà introdotte intenzionalmente dai ricercatori, come ad esempio i pacchi sbagliati che venivano riposti negli armadietti sbagliati.
Redazione MotoriNoLimits