Il boss della F1 Stefano Domenicali difende i nuovi GP in Qatar e Arabia Saudita, dicendo che chiudere fuori i Paesi che sono stati criticati
per il non rispetto del diritti umani non è la risposta e che la F1 può essere d’aiuto proprio per migliorare la situazione. Come ha detto alla BBC: “Un cambiamento così importante non può avvenire nel giro di poco. E’ un cambiamento culturale che richiederà tempo. Ma il tutto sarà accelerato dallo svolgersi di grandi eventi e la F1 avrà un ruolo importante“. Domenicali aggiunge che i contratti contengono delle garanzie in base alle quali i Paesi devono rispettare i diritti umani in ogni aspetto del loro rapporto con la F1, in caso non vengano rispettati lo sport può concludere gli accordi. “Se guardate in modo pragmatico a quello che stanno facendo, per esempio per la questione femminile, hanno donne in ruoli prominenti all’interno dell’organizzazione, quindi stanno lavorando e rispettando le regole. Credo che la visibilità che siamo portando sarà un bene per il desiderio di cambiamento che quei Paesi stanno mostrando. Non credo che chiuderli fuori e dire che non vogliamo andarci aiuti a migliorare le cose, anzi proprio il contrario“.
In una dichiarazione alla BBC, Amnesty International ha detto: “I Paesi ricchi del Medio Oriente hanno da tempo considerato lo sport d’élite come un mezzo per cambiare e lavare la loro immagine e i GP in Qatar e Arabia rientrano in questo quadro. Entrambi i Paesi hanno record estremamente preoccupanti per quanto riguarda i diritti umani – dal trattamento dei lavoratori migranti e i limiti alla libertà di espressione del Qatar al trattamento riservato in Arabia Saudita agli attivisti dei diritti umani fino all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Usano il glamour della F1 per cercare di distrarre l’attenzione dagli abusi sui diritti umani, Qatar e Arabia sperano si parli poco di diritti umani durante le gare, una cosa che non permetteranno che accada. F1, piloti e team dovrebbero essere pronti a parlare ad alta voce della questione, facendo la loro parte. La F1 in particolare dovrebbe assicurare che tutti i contratti per quelle gare contengano delle norme severe per chi lavora nei progetti di sviluppo di forniture e infrastrutture e i suoi portavoce – da Stefano Domenicali in giù – dovrebbero usare la loro influenza perché i diritti umani siano rispettati in entrambi i Paesi“. Il punto secondo noi è assicurare che i diritti umani siano rispettati sempre, non solo durante il weekend del GP.
Redazione MotoriNoLimits