Il GP d’Olanda. gara di casa dell’ex-pilota della Scuderia AlphaTauri e idolo locale Max Verstappen, torna nel paese dei tulipani dopo un’assenza che dura dal 1985. Il Circuito di Zandvoort è un tracciato molto interessante, una delle piste più iconiche della F1, che sorge a ridosso di una spiaggia di sabbia fine e vede le monoposto affrontare saliscendi spettacolari: stiamo ovviamente parlando del circuito di Zandvoort che, da quest’anno, torna a ospitare il GP d’Olanda. Inaugurata nel 1948, originariamente il suo layout si componeva dall’unione delle strade pubbliche della cittadina marinara e il veloce tracciato permanente.
Il primo GP valido per il campionato di Formula 1 si corre a Zandvoort nel 1952: vince Alberto Ascari su Ferrari. Per 30 anni il Circus corre la tappa olandese su questo circuito, l’ultima volta nel 1985. Ora, dopo 35 anni, si torna a correre in Olanda. L’odierno circuito di Zandvoort misura 4.252 metri e in gara si percorrono 72 giri, per una distanza complessiva di 306,144 Km. Questo è un tracciato old school, dove per fare il giro perfetto occorrono coraggio e precisione millimetrica: non a caso è tra le piste più amate dai piloti e dagli appassionati di motorsport, nonostante superare resta davvero un affare complicato. Per il ritorno di Zandvoort nel Mondiale di Formula 1 si è reso necessario un restyling che ha coinvolto più le infrastrutture che la pista, per rispondere agli alti standard qualitativi e di sicurezza. La principale novità riguardante il layout del tracciato è la rinnovata ultima curva, trasformata in una parabolica con del banking di 18 gradi che permette alle moderne monoposto di affrontarla a gran velocità, con il DRS aperto, per favorire i duelli sul rettilineo principale e alla staccata della prima curva.
PIERRE GASLY: “Non importa che la Formula 1 sia lo sport più tecnologico al mondo: nessuno può controllare il meteo. È stato un vero peccato non aver potuto correre a Spa, soprattutto per tutti i fan che erano venuti e che hanno pazientemente aspettato. È stato deludente anche per noi, perché fino a quel momento avevamo avuto un bel weekend, conquistando anche il sesto posto in griglia. Sono convinto che avremmo potuto giocarci l’occasione per un bel piazzamento in gara. La cosa positiva è che non dobbiamo attendere molto per tornare in pista: prenderò tutte le cose positive della nostra performance a Spa e le porterò con me a Zandvoort. Ci ho corso in Formula Renault 2.0 nel 2012, un bel po’ di tempo fa! Il layout della pista è cambiato molto da allora e di recente l’ho provato al simulatore. Penso ci aspetti un’esperienza incredibile: è il primo GP d’Olanda da quando Max è in Formula 1. Sarà un weekend interessante, per certi versi un replay di Monaco, in quanto i rettilinei sono molto brevi e la sede stradale è molto stretta, dunque i sorpassi saranno veramente complicati. Ciò significa che le qualifiche saranno determinanti e, alla luce delle nostre performance, questo potrebbe essere un vantaggio. Altro fattore da non sottovalutare è che la pista si affaccia sul mare e il vento porta la sabbia sull’asfalto: venerdì troveremo sicuramente una superficie polverosa, quindi le condizioni si evolveranno nel corso del weekend.”
YUKI TSUNODA: “In Giappone ci si abitua a guidare sotto la pioggia, ma domenica a Spa la visibilità era troppo scarsa per correre. Non vedevo l’ora di poter disputare la mia prima gara su quel circuito a bordo di una Formula 1, ma alla fine la sicurezza resta la cosa più importante. Da quello che abbiamo potuto vedere nelle prove libere del Belgio, la nostra squadra sembra ancora competitiva nel gruppo centrale, vedremo cosa accadrà adesso in Olanda. Non ho mai corso a Zandvoort prima d’ora e, tenendo conto delle modifiche al layout della pista, dovrebbe essere un’esperienza nuova per tutti i piloti, non solo per i rookie come me. Al simulatore mi è parso un tracciato inusuale, con molto banking, abbastanza ripido, dove servirà talento per portare tanta velocità in curva e affrontare la parte successiva della pista. Credo di essere abbastanza bravo ad adattarmi rapidamente a un nuovo tracciato, ma devo assicurarmi di non fare errori. Sarà importante imparare il più possibile dalle prove libere. La track walk a Zandvoort sarà ancora più utile del solito, perché il simulatore non può dare il quadro completo del nuovo circuito: sicuramente aiuta, ma fare un giro a piedi aiuta a farsi un’idea completa.”
Redazione MotoriNoLimits