Lanciamo una provocazione a Stefano Domenicali: niente più DRS nelle fasi finali di gara. Ormai, purtroppo, ci abbiamo fatto l’abitudine. Indietro non si torna.Speravamo che la F1 abbandonasse il drag reduction system col nuovo regolamento dal 2022, ma non sarà così. Da tempo lo scriviamo: è un dispositivo altamente antisportivo che mette due monoposto in movimento in pista in condizioni diverse quando, chi insegue a meno di un secondo, può spalancare l’ala mobile e passare facilmente l’avversario con più velocità.
Considerando quindi che il DRS li è e lì rimarrà. Considerando che la F1 non ha mai pensato di limitarne l’utilizzo a un numero prefissato di volte in gara, lasciando così al pilota la decisione su quando usarlo, sia in difesa che attacco… Lanciamo quindi una provocazione: come il DRS non è attivo nei primi due giri di gara, perché non disabilitarlo anche nel finale? Almeno in caso di lotta tra piloti sul filo del rasoio, a decidere il risultato non sarà un’ala che si apre a dare più velocità, ma la bravura del pilota.
Caro Stefano Domenicali pensaci. Gli ultimi 5 giri senza DRS. Ma ci rendiamo conto che col DRS probabilmente non avremmo mai visto finali epici come quelli di Austria 1982 con la lotta tra Rosberg e de Angelis. O Spagna 81, o Montecarlo 92… Lasciamo la possibilità a chi deve difendersi di poterlo fare in situazione di parità almeno a fine gara. In una F1 che da oltre un anno ormai parla di inclusione e uguaglianza, avere anche le monoposto in pista tutte nella stessa configurazione paritaria almeno nel finale renderebbe le cose più gustose, perché lascerebbe il tutto alle capacità del pilota. Basterebbe poco… E forse anche il finale del GP di Francia tra Lewis e Max sarebbe stato diverso.
Riccardo Turcato