Alcune considerazioni dopo il GP del Portogallo e prima di pensare alla Spagna. Portimao: è una pista stupenda. Se non fosse stato per questa maledetta pandemia, quasi probabilmente non ci avremmo mai visto correre le F1. Però ora ci hanno corso e quindi si spera che, quando usciremo dalla situazione Covid, sia mantenuta nel Mondiale. Lo sappiamo benissimo che ospitare un GP non è opera di carità e costa molti soldi agli organizzatori, ma sarà veramente difficile pensare ormai di avere un calendario senza la tappa portoghese e magari invece qualche pista esotica chissà dove.
A proposito del tracciato, protagonista al pari dei piloti nell’ultimo weekend, sui social ci si chiedeva se, nel mezzo di tanti esperimenti, la FIA, in una pista come Portimao, non potesse pensare di levare il DRS in gara su tale tracciato. Sì, perché Portiamo è magnifica di suo e non necessità della finta spettacolarizzazione del DRS, che ci ha portato sì tanti sorpassi, ma di cui non avremo memoria in futuro. Meglio uno o due belli che tanti tutti uguali o simili. Non per nulla, il sorpasso di Villeneuve su Schumacher nel 1996, sempre in terra portoghese, è ancora oggi vivo nei ricordi di tutti. Gettato il sasso… sicuramente non verrà raccolto.
Avete visto anche voi la pantomima di Mercedes e Red Bull alla ricerca del giro più veloce negli ultimi passaggi di gara? Talmente avanti rispetto agli altri, e cristallizzati nelle posizioni di testa, che si sono permessi di entrare ai box un’ultima volta per montare gomme fresche alla ricerca del punto in più. A parte il fatto che ogni cambio gomme è un rischio, non solo perché qualcosa vada storto alla vettura ma anche e soprattutto per i meccanici coinvolti, veramente la F1 ha bisogno di tale artifizio per rendersi spettacolare agli occhi del mondo? L’asso di coppe della briscola ha scritto ben in chiaro che per un punto Martin perse la cappa. Sarebbe meglio non scherzare col destino di un pit stop in più.