Mai in 70 anni di F1 una stagione si era chiusa con tre gare in sequenza. Assegnati i Titoli, c’è ancora lotta apertissima per il terzo posto nel Costruttori, con quattro squadre in 24 punti. Con i 27 raccolti in Turchia, la Ferrari ha accorciato le distanze dalla terza posizione ma resta ancora sesta. Con quale spirito la squadra affronta la lunga trasferta in Medio Oriente? Nessuno meglio del Direttore Sportivo Laurent Mekies per rispondere. “Sarà la fine anomala di una stagione assolutamente anomala e, per noi, molto difficile. L’obiettivo è prolungare il trend evidenziato nelle ultime cinque gare, che ci ha visto recuperare un po’ di terreno in termini di competitività rispetto soprattutto a quelli che quest’anno sono i nostri avversari diretti”.
Da un punto di vista organizzativo che problemi pone una tripletta, per di più fuori Europa?
“Prima di tutto c’è la sicurezza della squadra, un fronte su cui non possiamo né vogliamo abbassare la guardia. Dobbiamo fare il massimo per mettere tutti nella miglior condizione di lavoro possibile, considerato il gravoso impegno sostenuto finora, con 14 gare disputate in quattro mesi. Credo che ancor più del solito sarà fondamentale il lavoro fatto da remoto a Maranello nel supportare i colleghi in pista: ogni singolo dettaglio che può aiutare a migliorare la prestazione sarà importante, sia per finire bene questo campionato sia per affinare e rendere più efficienti le nostre metodologie di lavoro per l’anno prossimo”.
Quanto è stata pesante dal punto di vista fisico e mentale per le persone in pista una stagione come quella che ci apprestiamo a chiudere?
“Non si può negare che sia stata davvero dura. La situazione creata dalla pandemia e il livello deficitario della nostra performance all’inizio hanno pesato tantissimo. Peraltro, credo che tutto quello che abbiamo attraversato ci abbia reso più forti: non abbiamo perso la bussola, non abbiamo mai mollato la presa e la voglia di migliorare e di reagire. Voglio cogliere l’occasione per fare i complimenti agli uomini e alle donne della squadra che vanno in pista e alle loro famiglie, queste ultime fondamentali, per la resilienza e lo spirito dimostrato in frangenti così difficili. Così come ci tengo a ringraziare i tifosi, che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto, anche se non hanno quasi mai potuto farlo dal vivo in pista”.
Da un punto di vista dell’allenamento e dell’alimentazione sono state prese misure particolari?
“Sì, abbiamo un programma su misura per il personale che va alle gare, seguito dal punto di vista medico, nutrizionale e della preparazione fisica. Anche se i vincoli imposti dalla pandemia hanno complicato le cose, non abbiamo mai diminuito l’impegno in quest’area, tutt’altro. La salute e il benessere delle persone sono centrali, soprattutto alla luce del crescente stress fisico e mentale che ci troviamo ad affrontare. In particolare, abbiamo predisposto un programma specifico per la squadra per aiutarla a rimanere in forma in queste ultime tre gare”.
La stagione in pista non si esaurirà con il GP di Abu Dhabi il 13 dicembre ma proseguirà due giorni dopo sullo stesso tracciato con il test riservato ai giovani piloti. Quali sono gli obiettivi che si pone la Ferrari per quest’ultimo atto del 2020?
“Prima di tutto lasciatemi dire un bravo a tutti i ragazzi della Ferrari Driver Academy, che stanno raccogliendo risultati importantissimi in questa stagione. Tre di loro – Mick Schumacher, Callum Ilott e Robert Shwartzman – saranno impegnati al volante, oltre ad Antonio Fuoco, che guiderà per noi con l’obiettivo di affinare il fondamentale lavoro di correlazione fra la pista e il simulatore. Riteniamo che Mick, Callum e Robert abbiano tutte le caratteristiche per ben figurare in F1 e stiamo mettendo a punto un programma di crescita che permetta loro di giocarsi al meglio le proprie chance. Il test sarà un altro gradino importante in questo percorso e siamo molto ansiosi di vederli in pista prima di affrontare con loro un inverno pieno di lavoro a Maranello”.
Redazione MotoriNoLimits