Il capo della federazione del motorsport dell’Arabia Saudita difende l’ingresso del GP nel calendario di F1 2021. Il prossimo novembre Jeddah ospiterà la gara
in notturna su un layout cittadino, nonostante le critiche che piovono da gruppi che difendono i diritti umanitari secondo cui lo sport sarebbe un modo per lavarsi l’immagine negativa. Il principe Khalid Bin Sultan Al Faisal, che è presidente della federazione automobilistica locale, ha detto di capire alcune delle critiche:
“Quando non conosci un Paese e hai una certa immagine di un Paese non mi sento di dare colpe. Sappiamo di essere diversi. Abbiamo la nostra cultura. Ci sono cose che la gente può fare in altri posti che qui non possono fare. Ma noi rispettiamo le nostre differenze e apriamo il nostro Paese al mondo e a chiunque. Non abbiamo discriminazioni, tutti possono quindi venire qui. Non c’è segregazione, che tu sia un uomo o una donna. Mi ricordo quando i miei genitori mi dicevano che andavamo negli USA, specie a New York, ero terrorizzato. Quindi so perché non sono entusiasti all’idea, per via delle molte questioni sui diritti umanitari e perché non sono mai stati in Arabia Saudita“. Il principe spera che l’arrivo della F1 faccia cambiare idea alla gente: “E’ successo con la Dakar. La maggior parte delle persone aveva la stessa impressione, non era felice. Anche con la Formula E, BMW e altri team dicevano di non voler venire in Arabia. Ma dopo che sono stati qui e ci hanno conosciuti hanno cambiato opinione. Aprendo il nostro Paese vorremmo proprio che la gente venisse e vedesse chi siamo davvero. Non abbiamo niente da nascondere“. Il principe ha confermato che la questione è stata discussa con la F1 e un portavoce di Liberty Media ha detto: “Abbiamo chiarito le nostre posizioni sui diritti umani a tutti i nostri partner e ai Paesi ospiti che si impegnano a rispettare i diritti umani nel modo in cui i loro eventi sono ospitati e offerti“.
Redazione MotoriNoLimits