Quando la direzione gara lascia correre questi piloti, e loro si dimenticano di frignare per ogni cosa alla radio, la F1 torna a essere LA F1. Forse ci avete fatto caso anche voi, ma domenica, oltre alla pista bagnata prima e umida poi, c’è stato un altro elemento che ha reso bella la gara grazie alla sua assenza, al suo mancato utilizzo. Il DRS. O meglio… Ha reso bella la gara finché poi, a 20 giri dalla fine, la direzione gara ha dato il consenso a utilizzarlo con la pista ormai non più fradicia.
Per molti giri abbiamo visto la F1 che ci ricordavamo. Quella in cui se volevi un sorpasso te lo dovevi sudare. Quella in cui chi stava davanti, con esperienza, riusciva a tenersi dietro il rivale al quale non serviva solo premere un tasto per il sorpasso. Ma doveva pensare al sorpasso, studiare il punto giusto, prepararlo e farlo. Non facilmente. Unanime è stato il coro di disapprovazione sui social appena la direzione gara ha permesso l’utilizzo del DRS (drag reduction system). Infatti in pochi giri siamo tornati alla solita noia dei sorpassi facilitati dall’ala aperta per chi segue. Siamo tornati alla triste realtà di sorpassi finti, e all’impossibilità di un pilota di difendersi utilizzando le proprie capacità. E’ stato bello per qualche decina di giri riassaporare la F1 che ci ricordavamo. Poi siamo tornati alla realtà. Triste realtà. La F1 dovrebbe interrogarsi nel profondo per capire da dove nascono i propri, tanti, mali. Uno di questi è il DRS, che da troppi anni distrugge le gare e rende lo spettacolo troppo finto.
Riccardo Turcato