Se ne sono andati tutti? Bene, ok. Finalmente tranquillo. Che weekend! Mica l’avevo chiesto io di finire sotto i riflettori. Sono solo un cassonetto! Me ne stavo
qua tranquillo dal 2006 senza fare nulla. Poi è arrivato quel biondino olandese e si è seduto qui vicino a me. Era lì che non si capacitava per come avesse potuto perdere una pole position quasi sicura. Io in silenzio ho ascoltato. Ma ne ho visti passare molti di qua. Lui è tra i più forti. E’ solo sabato, pensavo dentro di me, domani si rifarà.
Invece chi ti rivedo domenica? Ancora lui. Forse ancora più abbattuto di sabato. Perché buttare una pole è una cosa, buttare una gara è un’altra. E io, che sono un cassonetto, di cose buttate ne so qualcosa. Povero biondino olandese, ci aveva fatto così divertire. E’ passato anche il suo compagno, penso. Erano vestiti uguali. Ci ho provato, ma proprio il non riesco a capirlo. Aveva la stessa espressione dell’olandese, forse thailandese anche peggio. Mi sa che il prossimo anno faremo la stessa fine io e lui, distanti dai riflettori.
Se il thailandese non lo mastico… il misto inglese/francese del Canada quello sì. Si è fermato qui anche un bel ragazzotto moro. Lo chiamano tutti figlio di papà. Che differenza ci sia tra avere un padre che ti dà i soldi per correre in F1 e uno sponsor, proprio non capisco, sempre valigie sono. Ma io sono un cassonetto, come vi dicevo. Il ragazzino eroe al sabato, e disperso la domenica, non sapeva darsi pace. Da eroe a zero. Io mi sono spostato un poco, sapete, sono arrivati anche i suoi meccanici e ingegneri. Pare che li abbia mandati qua il padre, inca@@ato per come è andata la gara. In certe occasioni ho imparato che la colpa va condivisa. Chi chiama il cambio gomme e chi lo accetta nonostante sia in pista e sappia meglio di tutti come sono le condizioni dell’asfalto.
Che stress, è passato anche un altro canadese, spilungone, anche lui col padre che gli fa da sponsor. Aveva mal di testa, si era girato e rigirato tutto il weekend. Ma non potevo dirgli niente. Dai, lo so perfino io che sono un cassonetto, che senza di lui e i soldi che porta la Williams manco sarebbe in griglia. So solo che con lui a tenersi stretto è passato un altro biondino. Alto, francese. L’ombra del pilota che era. Che mi tocca vedere. Il monegasco vestito di rosso è passato ma non si è fermato. Meglio, era lì che diceva parole che non posso ripetere… Poi arriva la censura dei social! Ma tutti qua oggi questi?
Finalmente scorgo una tuta nera arrivare. Oh, finalmente quello che ha vinto. Quello dei 7 Titoli come Schumacher. Io c’ero quando Schumi bazzicava da queste parti… No, aspettate. Ha la tuta nera, ma i capelli biondi. Ma che cavolo, il finlandese è come il thailandese per me. Non ho capito nulla. Ma di una cosa sono sicuro, oggi avrebbe voluto essere ovunque tranne che qua.
Che weekend. Che fatica. Mica l’ho chiesto io di finire sotto i riflettori. Secondo voi mi sarei presentato così? Ora vi lascio, ci sono dei tizi che continuano a girare con le auto private in pista per gommarla. Forse è meglio se li avviso che chissà quando mai rivedremo la F1 da queste parti…
Riccardo Turcato