La Williams deve sopravvivere. Deve navigare nel 2021 e trovare fondi per affrontare il cambiamento regolamentare del 2022. Altro ora non importa. A meno che non ci faccia piacere perdere un altro team in F1 dei pochi che già ci sono, e non tutti in buone acque.
La nuova proprietà del team si sta guardando attorno e, mancando la conferma della line-up di piloti per il 2021, si fa sempre più insistente la voce che George Russell debba lasciare spazio a qualche altro pilota che porta sponsor. Una valigia. E si vocifera di Sergio Perez. Con il messicano libero, la Williams avrebbe due vantaggi: un pilota molto forte, fortissimo ma che ha anche una valigia di sponsor, che già avevano salvato la Force India. Nulla di male in tutto questo. È gia successo e succederà ancora.
E Russell? Certo sarebbe uno scandalo non vederlo al via nel 2021, ma a volte l’essere un pilota forte non basta. Bisogna essere nel posto giusto al momento giusto. Specialmente di questi tempi dove i team devono tirare le somme in un mondo in preda alla pandemia. Nonostante quello che si diceva in telecronaca durante le prove, la F1 non è mai stata meritocratica. E mai lo sarà, né si può farla diventare. Russell potrebbe stare un anno fermo ai box. È gia successo in passato, vedi Alonso e Massa, e più recentemente con Magnussen e Ocon.
Se la Mercedes non trova una posizione per Russell nel proprio team, e la Williams trovasse un pilota che paghi sia i motori sia altre spese, la colpa non è della Williams che deve sopravvivere, ma caso mai di chi gestisce Russell. Spiace veramente che siamo qua a scrivere o pensare di non vederlo in griglia nel 2021, ma questa è una F1 che rinuncia a Hulkenberg o Vandoorne o che non trova spazio per giovani e forti piloti della F2. Il problema non è la Williams, ma la F1 che non attira nuovi team. Però pensare che la F1 debba essere meritocratica quello no, non lo è mai stata. Non lo e nemmeno una gara in kart tra amici.
Riccardo Turcato