Secondo i tecnici Brembo l’Autódromo Internacional do Algarve, sede del GP del Portogallo, rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.
In una scalada 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, il più basso dei GP disputati negli ultimi due mesi. Su questa pista le F1 non hanno mai gareggiato a differenza del WTCC, ma alcuni piloti vi hanno corso ai tempi della GP2 Series. I frequenti dislivelli del circuito possono rappresentare una criticità, a causa della perdita di aderenza che può influire sull’impianto frenante anche se non in maniera severa.
L’impegno dei freni durante il GP del Portogallo
Secondo le simulazioni, i piloti di F1 dovrebbero utilizzare i freni per poco meno di 14 secondi al giro, equivalenti al 17 per cento della durata complessiva della gara. A Barcellona, pista di lunghezza analoga (appena 2 metri più lunga), invece i freni sono operativi per quasi un secondo in più, grazie alla presenza di 8 frenate, contro le 7 della pista portoghese. Pur avendo 15 curve, solo in 3 di esse i freni sono usati per oltre 2 secondi e complice l’elevata velocità raggiunta dalle attuali F.1 in curva, in un unico caso la frenata determina una riduzione della velocità di almeno 200 km/h. Gli spazi di frenata sono invece tutti compresi tra gli 83 e i 122 metri, mentre il carico sul pedale del freno va da un minimo di 83 kg ad un massimo di 135 kg.
La frenata più impegnativa a Portimao
Delle 7 frenate del GP del Portogallo due sono considerate altamente impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e una sola è light. La più dura per l’impianto frenante è la quinta curva: le monoposto vi arrivano a 318 km/h e scendono a 84 km/h in soli 122 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 2,72 secondi esercitando un carico di 135 kg sul pedale del freno e affrontando una decelerazione di 5,1 g.
Redazione MotoriNoLimits
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