Quello che è accaduto durante il round finale del FIA KZ World Championship è un episodio deplorevole che va contro ogni principio morale e sportivo. Roba che in Formula 1 la spinta di Verstappen a Ocon al termine del GP del Brasile 2018 è una passeggiata di salute, mentre la pinzata a Manzi da parte di Fenati, durante la gara di Moto 2 a Misano 2018 a più di 200 all’ora, una pericolosa bravata. Ma veniamo ai fatti.
Il pilota italian di kart Luca Corberi, 23 anni, durante il round finale del FIA KZ World Championship a Lonato ha ben pensato di portarsi nel bel mezzo della gara (al 10° giro) a bordo pista con un “bumper”, attendere il passaggio di Paolo Ippolito e lanciargli contro il pezzo che fino a poco tempo prima teneva in mano. Per fortuna, il folle gesto non ha avuto conseguenze per nessuno. Il motivo di quella che è stata definita dai commissari come “very bad manoevre” da parte di Corberi, è stata scatenata, così come accertato dai commissari di gara FIA, dall’incidente allo start proprio con Ippolito, suo diretto rivale in campionato e reo di averlo costretto al ritiro. Entrambi sono stati squalificati dalla gara.
Sarebbe bastato anche questo pessimo spettacolo, se non ci fosse stato anche il seguito nel post-gara quando Luca Corberi ha perseverato nell’intento punitivo innescando una rissa. Il video ormai virale immortala l’aggressione al pilota da parte del collega e subito dopo l’intervento di persone dell’entourage che, invece di separare i due ragazzi, alzano a loro volta le mani.
Al momento in cui scriviamo non si sa se la FIA prenderà misure, ma la revoca della licenza sportiva sarebbe il minimo. Di sicuro non basteranno due giornate di lavori socialmente utili o soltanto la squalifica in gara. Rimane l’urgenza da parte del mondo del motorsport di affrontare un problema sempre più urgente: la gestione della rabbia da parte dei piloti nei momenti di massima tensione. Forse servirebbero più mental coach.
Anna Restivo