Tre safety car, due bandiere rosse, 2 ore e 20 di gara: questo in breve il GP di Toscana, vinto dal campione della Mercedes Lewis Hamilton, davanti
al compagno di squadra Valtteri Bottas e alla Red Bull di Alex Albon, al primo podio in F1 per lui e per la Thailandia. Una bandiera rossa nelle fasi finali, la seconda, causata dall’uscita all’Arrabbiata 2 della Racing Point di Lance Stroll quando era 4°, ha regalato un finale ricco d’azione al primo GP al Mugello, con Hamilton che ha mantenuto il comando senza problemi, conquistando il 90° successo. Fortemente motivato Albon, che ha fatto uno splendido sorpasso sulla Renault di Daniel Ricciardo a 8 giri dalla fine.
Quarto posto per l’australiano, vicinissimo al primo podio con la Renault, con Sergio Perez quinto. Con solo 12 piloti al traguardo, a metà classifica si è piazzato Lando Norris con la McLaren, davanti all’AlphaTauri di Daniil Kvyat, con la Ferrari di Charles Leclerc 8° e, a chiudere la top 10, l’Alfa Romeo Racing di Kimi Raikkonen (dopo la penalità di 5 secondi per un problema al pitstop) e Sebastian Vettel. Alla bandiera a scacchi ma fuori dai punti la Williams di George Russell e la Haas di Romain Grosjean.
La gara di Max Verstappen e del vincitore di una settimana fa a Monza Pierre Gasly è durata due curve, entrambi coinvolti in una mischia alla curva 2, ma per l’olandese anche un problema alla power unit che al via l’aveva visto perdere molte posizioni. L’incidente ha provocato l’uscita della safety car e, alla ripartenza nel giro 7, un bruttissimo incidente, che ha coinvolto e portato al ritiro Carlos Sainz, Antonio Giovinazzi, Kevin Magnussen e Nicholas Latifi, fortunatamente senza conseguenze per loro. Bandiera rossa per rimuovere i detriti e le macchine, prima della seconda sospensione della gara, nel giro 45, dopo l’uscita di Stroll a causa di una foratura sembra causata da un detrito.
Si è tanto discusso del costo dei biglietti ma, considerando i tre GP, in fondo è quasi stato un affare! Non per i tifosi ferraristi, però. Nella gara numero 1000 della Scuderia, vedere Leclerc e Vettel arrancare e chiudere 8° e 10° con 12 macchine in pista è un incubo. Nessuno si aspettava miracoli a una settimana dal weekend di Monza ma ormai, dopo le dichiarazioni di Mattia Binotto a fine gara, non c’è più neppure una velata speranza: quando si sente dire “forse arriveranno delle cose, ma la situazione è tale che non serviranno a niente” tanto vale ammainare la bandiera. Nel giorno dei 1000 GP al Mugello, il circuito di casa, all’indomani della grande festa in piazza della Signoria a Firenze. Un momento da ricordare? L’inno cantato da Andrea Bocelli sulla griglia. E, alla fine, lo sguardo di Sebastian Vettel, che mentre tutti se ne vanno resta lì e applaude, l’unico che è parso rendersi conto del significato di quel momento e dell’artista. Lui, licenziato dalla Ferrari, trattato come non meritava, ma che per la Ferrari prova (e proverà sempre, crediamo) un amore e un rispetto che molti non sanno neppure cosa sia. Potesse tornare un solo giorno Enzo Ferrari… basterebbe un giorno!
Barbara Premoli